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Giuliani l'eretico

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Luca Carra

Nel mezzo della bufera fra i pro e i contro, il tecnico dell'Inaf Giampaolo Giuliani difende il suo metodo del radon come precursore delle attività sismiche. Come dicono i critici, effettivamente Giuliani non ha a suo vantaggio pubblicazioni scientifiche di rilevo. Tuttavia sul motore di ricerca accademico Scholar google, mettendo le parole radon+earthquake+precursor escono 1.660 risultati. La tecnica non è insomma una panzana. Anzi, essa sarebbe stata sviluppata, secondo una mini-inciesta recente del Sole24Ore (vedi sotto a fonte), dai sismologi Victor Aleeksenco, direttore negli anni '70 del laboratorio russo underground di Baksan, e Nicola Zaccheo, all'epoca ricercatore alla Caltech University di Pasadena, nonché da Chu King che ha descritto il fenomeno per lo U.S Geological Survey. 

La tecnica, tuttavia, sembra più il frutto di un'ipotesi di lavoro non ancora consolidata, in cui ha investito, fra gli altri, l'azienda toscana Caen, che dopo anni di tentativi aveva rinunciato a sviluppare questo tip di strumentazione affidandola a Giuliani, che aveva continuato a lavorarci nel laboratorio del Gran Sasso. Fino all'expoit del 27 marzo, giorno in cui, i suoi rilevatori cominciano a segnalare picchi di radon che potrebbero "predire" un terremoto. I resto è noto.

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Terremoto

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La Valle dei dinosauri ritrovata nel Parco dello Stelvio

parete di roccia

Nel cuore delle Alpi, a 2500 metri di quota, si conserva la memoria di un mondo perduto. Pareti quasi verticali di Dolomia Principale, un tipo di roccia sedimentaria, custodiscono migliaia di impronte lasciate 210 milioni di anni fa da dinosauri erbivori che camminavano lungo le rive di un mare tropicale ormai scomparso. Una scoperta eccezionale, avvenuta nel Parco Nazionale dello Stelvio, che apre una finestra senza precedenti sul Triassico europeo e sulla vita sociale dei primi grandi dinosauri.

Prima della formazione delle Alpi, qui esisteva un paesaggio incredibilmente differente. Immaginate una distesa tropicale pianeggiante, lambita dalle acque di un oceano poco profondo e ormai scomparso che oggi chiamiamo Tetide, con un clima che non aveva nulla a che vedere con le vette gelide di oggi. Proprio in questo luogo tanto diverso dall’attualità, 210 milioni di anni fa, il fango soffice ha registrato il passaggio di svariati giganti: si trattava di prosauropodi, dinosauri erbivori dal collo lungo, che si muovevano in branchi lungo le rive di un'antica piattaforma carbonatica.