Per la prima volta è stata impiegata la datazione al radiocarbonio con misure di alta precisione per inquadrare correttamente la sequenza temporale delle dinastie dei faraoni. I risultati sono sostanzialmente in linea con le datazioni esistenti, ma non mancano anche alcune sorprese.
Christopher Bronk Ramsey (University of Oxford) e altri nove ricercatori francesi, austriaci e israeliani hanno accuratamente misurato la quantità di Carbonio 14 presente in 211 campioni provenienti da reperti concessi da musei europei e statunitensi. Perché la datazione fosse il più accurata e affidabile possibile, sono stati considerati solo quei manufatti ottenuti da materiali cresciuti proprio nell'epoca in cui furono lavorati, quali i tessuti e le ceste, nonché le sementi e i prodotti agricoli parte di corredi funerari. Gran parte dei campioni, infatti, provenivano da tombe sicuramente appartenenti a precise dinastie e questo ha permesso un accurato confronto tra la datazione al radiocarbonio e la sequenza temporale attualmente in vigore tra gli storici.
La nuova datazione ha permesso di rilevare alcune difformità con quanto sostenuto dagli storici. Secondo i ricercatori, infatti, il radiocarbonio colloca il regno di Djoser (Antico Regno) tra il 2691 e il 2625 a.C. e gli inizi del Nuovo Regno tra il 1570 e 1544 a.C., dunque in epoche anteriori rispetto a quanto suggerito dagli storici.
Radiocarbonio per i regni dei faraoni
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La Valle dei dinosauri ritrovata nel Parco dello Stelvio

Nel cuore delle Alpi, a 2500 metri di quota, si conserva la memoria di un mondo perduto. Pareti quasi verticali di Dolomia Principale, un tipo di roccia sedimentaria, custodiscono migliaia di impronte lasciate 210 milioni di anni fa da dinosauri erbivori che camminavano lungo le rive di un mare tropicale ormai scomparso. Una scoperta eccezionale, avvenuta nel Parco Nazionale dello Stelvio, che apre una finestra senza precedenti sul Triassico europeo e sulla vita sociale dei primi grandi dinosauri.
Prima della formazione delle Alpi, qui esisteva un paesaggio incredibilmente differente. Immaginate una distesa tropicale pianeggiante, lambita dalle acque di un oceano poco profondo e ormai scomparso che oggi chiamiamo Tetide, con un clima che non aveva nulla a che vedere con le vette gelide di oggi. Proprio in questo luogo tanto diverso dall’attualità, 210 milioni di anni fa, il fango soffice ha registrato il passaggio di svariati giganti: si trattava di prosauropodi, dinosauri erbivori dal collo lungo, che si muovevano in branchi lungo le rive di un'antica piattaforma carbonatica.