fbpx Moti stellari a sorpresa | Scienza in rete

Moti stellari a sorpresa

Primary tabs

Read time: 2 mins

Mettendo a confronto le immagini di un ammasso stellare con quelle raccolte dal telescopio spaziale dieci anni prima gli astronomi hanno notato che il movimento delle stelle che lo compongono è differente da quanto si pensava.

Questa inaspettata scoperta riguarda la nebulosa nota come NGC 3603, un agglomerato di gas della nostra Galassia distante circa 20 mila anni luce in direzione della costellazione della Carena e caratterizzato da una intensa formazione stellare. In una regione grande poco più di tre anni luce possiamo incontrare, impacchettato per bene, un numero incredibile di giovani stelle la cui massa complessiva supera le 10 mila masse solari.

Wolfgang Brandner (Max-Planck Institute for Astronomy) e i suoi collaboratori erano intenzionati a scoprire se le stelle che lo compongono fossero ancora in movimento oppure, come solitamente avviene, i loro moti si fossero ormai placati. Un modo davvero eccellente per condurre una simile indagine era quello di confrontare immagini di NGC 3603 prese in epoche differenti e l'archivio del telescopio spaziale Hubble era quello che ci voleva. Confrontando dunque le riprese del 1997 con quelle del 2007 ottenute con la medesima apparecchiatura (la Wide Field Planetary Camera 2), il team di Brandner è riuscito con un lavoro durato due anni a misurare gli spostamenti di oltre 700 stelle dell'ammasso.

La sorpresa è venuta dal fatto che, anziché rilevare un moto generale delle stelle avviato verso la tranquillità, le stelle di NGC 3603 sembrano ancora molto attive nei loro movimenti. Poiché le velocità osservate non dipendono dalla massa delle stelle, si ritiene che riflettano ancora le condizioni dinamiche presenti quando – circa un milione di anni fa – si è formato l'ammasso.

Hubble Space Telescope

Autori: 
Sezioni: 
Astronomia

prossimo articolo

La salute di giovani transgender in mani transfobiche?

A metà maggio il ministro della Salute e la ministra della Famiglia, natalità e pari opportunità hanno firmato un decreto che istituisce un tavolo congiunto sulla disforia di genere i cui 29 membri dovranno effettuare «una ricognizione delle modalità di trattamento». Un paio di giorni dopo la ministra ha esplicitato che per lei l’identità sessuale deve rimanere binaria, come vuole la biologia, dimostrando di ignorare quello che la biologia riconosce da tempo: un ampio spettro di identità di genere. Abbastanza per temere che l’approccio di lavoro di questo tavolo possa essere guidato più dall’ideologia che dalla ricerca scientifica.

Crediti: Foto di Katie Rainbow/Unsplash

Suona davvero un po’ beffardo. Solo pochi giorni fa il ministro della Salute Orazio Schillaci e la ministra della Famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella hanno firmato un decreto che istituisce un tavolo tecnico di approfondimento sulla disforia di genere «per una ricognizione delle modalità di trattamento di tale condizione nel territorio nazionale».