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“There's Plenty of Room at the Bottom”, ossia “c'è un sacco di spazio giù in fondo”, è il titolo della brillante e provocatoria lezione che Richard Feynman (Premio Nobel per la fisica nel 1965) tenne a Los Angeles nel 1959 davanti ad una cinquantina di incuriositi studenti liceali. Lezione in cui per la prima volta si ipotizzò una diretta manipolazione dei singoli atomi. Oggi, oltre mezzo secolo dopo quell'occasione, il “3rd Parma Nano-Day” ha voluto indagare quali siano le prospettive contemporanee, in Italia e nel contesto internazionale, per chi fa ricerca e per chi lavora con la nanotecnologia. Quindi, quali soluzioni per un impiego sicuro e sostenibile dei nanomateriali, come ipotizzato dallo stesso Feynman nella lezione del 1959.
Studenti dell’Università degli Studi di Parma, ricercatori e aziende si sono confrontati durante la tre giorni del “3rd Parma Nano-Day” sullo stato dell’arte delle nanotecnologie. Un evento rivolto a tematiche sempre più parte integrante della vita quotidiana delle persone, con diversi prodotti già oggi in commercio e con riflessi di mercato molto importanti stimati in oltre 60 milioni di euro per il 2019: dai cosmetici ai tessuti, dai componenti ottici ed elettronici di diversi strumenti al packaging intelligente.
L’iniziativa, alla sua terza edizione, si è tenuta dal 12 al 14 luglio presso il Centro Congressi dell’Università di Parma, organizzata dal Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale dell’Ateneo, e dall'Istituto IMEM del CNR. I lavori, aperti mercoledì 12 luglio con i saluti del Pro Rettore Vicario dell’Università di Parma Giovanni Franceschini, hanno preso il via con la tavola rotonda dal tema “Technologies and Sustainable Development”, che ha coinvolto i rappresentanti del mondo della ricerca, dell’industria e del commercio, dell’agricoltura, della salute pubblica, oltre ad amministrazioni pubbliche, enti e istituzioni interessati alle applicazioni delle nanotecnologie.
Con la moderazione di Vittoriano Zanolli, direttore del giornale La Provincia di Cremona e Crema, sono state presentate le diverse prospettive dello sviluppo scientifico e tecnologico oltre alle problematiche che la nanoscienza comportano nel rapporto con la società e l'ambiente.
Nelson Marmiroli, direttore CINSA (Consorzio Interuniversitario Nazionale per le Scienze Ambientali), ha sottolineato il duplice ruolo dello sviluppo scientifico tecnologico: necessario per lo sviluppo di una società, nel contempo, possibile elemento di perturbazione in termini di sostenibilità nei confronti dell'ambiente. Quindi, sostenibilità e economia circolare rappresentano uno spazio di confronto tra università, società e tessuto produttivo.
Tessuto produttivo a cui ha fatto riferimento Andrea Pontremoli, amministratore delegato e direttore generale della Dallara S.p.A, evidenziando come nell’industria automobilistica siano ampiamente presenti nuovi paradigmi nella ricerca dei nuovi materiali in cui, grazie alle nanotecnologie, è sperimentare e realizzare nuove proprietà, come nel caso della fibra di carbonio.
Nuovi paradigmi stanno prendendo forma anche nel cluster dell’Emilia Romagna, come descritto dall'Amministratore delegato del Consorzio ItalBiotec, Diego Bosco, entrando nel dettaglio di innovativi sistemi di governance intermedia tra pubblico e imprese, oltre ai nuovi ruoli su cui sarà sempre più chiamata l’Università.
Paradigmi governati da una ricerca interdisciplinare che vede il diritto doversi confrontare con le nanotecnologie e i suoi possibili impatti ambientali, declinando il principio di sostenibilità nel linguaggio giuridico, chiamato a favorire l’esegesi di un “diritto sostenibile”, così definito da Antonio D’Aloia, direttore del Centro di Bioetica dell’Università di Parma.
Interdisciplinarietà e sostenibilità, due elementi centrali del lavoro di Paolo Cescon del IDPA-CNR di Venezia, uno degli scienziati europei maggiormente impegnati in progetti di ricerca sui global change. In questa sfida diventa fondamentale il dialogo con il pubblico e la capacità di far comprendere l’innovazione: un confronto tra scienza e pubblico che, nel caso delle nanotecnologie, si sviluppa anche attraverso rigidi protocolli di sicurezza ambientale e sanitaria dei nanomateriali proposti.
In termini di tutela della salute si è espresso anche Alberto Manzo, del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MiPAAF), secondo cui, per quanto riguarda il comparto del food, è necessario una stretta collaborazione fra ricerca, istituzioni e imprese. Le nanotecnologie, inoltre, sono strumento utile per la tutela della biodiversità, specialmente quella delle specie vegetali.
Collaborazione funzionale, innovazione come integrazione e assemblaggio delle intelligenze, open innovation sono i concetti sui quali si è concentrato Francesco Ausiello, direttore tecnico di ASTER, secondo cui ambiti innovativi quali le nanotecnologie obbligano le imprese a ridefinire il concetto di competizione: la strada indicata è quella di creare reti di innovazione a livello locale, per una maggiore competitività a livello internazionale.
Secondo Flavia Barone dell’Istituto Superiore di Sanità non mancano gli strumenti, sia nazionali che comunitari, per garantire ai cittadini un'attenta sorveglianza per applicazioni sicure dei nanomateriali, su cui è già presente da anni una chiara formulazione del principio di precauzione.
Palma Costi, assessore alle attività produttive della Regione Emilia-Romagna, ha invece espresso con forza il ruolo fondamentale che ricopre la ricerca per il progresso delle aziende e per il raggiungimento di un alto livello di competitività in campo nazionale e internazionale, proponendo per l’Emilia Romagna un ruolo da leader. Questi concetti sono stati ripresi durante il convegno da Simona Caselli, assessore all’agricoltura, caccia e pesca della Regione Emilia-Romagna, che ha presentato i rapporti stretti tra produzione agricola, sostenibilità e nuove tecnologie.
L'evento è stato organizzato in modo da prevedere quattro sessioni, con tematiche che spaziano dalla fisica, chimica e ingegneria ad aspetti più vicini all’ambito biologico, farmaceutico, veterinario e medico, senza trascurare le implicazioni ambientali, la sicurezza alimentare e l’ambito normativo economico. Quest’ultimo argomento estremamente innovativo e attuale visto che quest’anno è previsto l’aggiornamento delle normative europee riguardo l’impiego e la sicurezza dei nanomateriali.
Tra i relatori, esperti internazionali, come Jason White (The Connecticut Agricultural Experiment Station, USA) e Ciro Chiappini (King’s College London. UK).
Il Parma Nano-Day ha dato spazio, grazie al Job Day, all'incontro tra studenti, giovani ricercatori e leader nel settore industriale, oltre a diverse spin-off universitarie, con la presentazione delle attività e l'offerta di nuove opportunità di lavoro nel settore della nanotecnologia.
Gli atti del convegno sono disponibili sul sito del Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale (http://www2.bioscienze.unipr.it/nano-day/).
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