fbpx Englaro, no ai furbetti della scienza | Page 2 | Scienza in rete

Englaro, no ai furbetti della scienza

Read time: 2 mins

L'ideologia non si travesta da scienza: è questo l'appello sottoscritto da un centinaio di medici, rianimatori e neurologi, a proposito del caso Englaro. Dopo la sentenza della corte di Cassazione che consente l'interruzione della nutrizione artificiale a Eluana Englaro, in stato vegetativo permanente da 17 anni, il ministro Sacconi è intervenuto di fatto vietando agli ospedali italiani di eseguire la sentenza. Gli autori della lettera aperta sottolineano come, a dispetto del vasto consenso  internazionale sul carattere medico della nutrizione artificiale, le autorità italiane continuano a sostenere il contrario, rivestendo convinzioni ideologiche e religiose con i panni (impropri) della scienza. Il vizio si ripete con il documento dell'Istituto superiore di sanità sul parto pretermine, in cui contro decine di linee guida internazionali si afferma che l'età gestazionale non è parametro di riferimento per valutare il grado di prematurità fetale, e da cui discende un invito alla rianimazione anche prima della 22esima settimana, quando non vi sono probabilità di sopravvivenza o questa è accompagnata dalla certezza di disabilità multiple e gravissime.
«L’uso strumentale della scienza è inaccettabile e genera una pericolosa confusione fra i piani scientifico, bioetico, religioso e politico seminando nella coscienza dei cittadini incertezza e sfiducia nei confronti del Sistema Sanitario Nazionale», scrivono i medici. «Svolga la politica il suo ruolo assumendo su di sé la responsabilità delle proprie scelte senza distorcere l’evidenza scientifica al fine di giustificarle».

Luca Carra
fonte http://eticapoliticalibertadellascienza.wordpress.com

Petizione

prossimo articolo

Alimentazione sostenibile: imparare dalla preistoria

Dimostrazione cottura preistorica

Il progetto  Onfoods in prehistory ha voluto comprendere e ricostruire l’eredità di una agricoltura sostenibile nata nella preistoria, migliaia di anni, fa e in grado oggi di rappresentare un modello di riferimento. E lo ha fatto con particolare attenzione alla condivisione di questi valori con un pubblico più ampio possibile, sottolineando quanto si può imparare dalla ricerca archeologica e dalle comunità dell’età del Bronzo in termini di alimentazione sostenibile. Ce ne parla il gruppo di ricerca che ha portato avanti il progetto.

Nell'immagine: attività di archeologia sperimentale dimostrativa con cottura di una zuppa di lenticchie e una di roveja, con ceramiche riprodotte sperimentalmente sulla base dei reperti ceramici del villaggio dell’età del Bronzo di Via Ordiere a Solarolo (RA).

Pluridecennali ricerche sul campo, condotte da Maurizio Cattani, docente di Preistoria e Protostoria dell’Università di Bologna, e dal suo team, hanno permesso di riconoscere nell’Età del Bronzo il momento in cui si è definito un profondo legame tra la conoscenza del territorio e la sostenibilità della gestione delle sue risorse. Questa caratteristica ha infatti consentito alle comunità dell’epoca di prosperare, dando vita a villaggi sempre più stabili e duraturi nel corso del tempo.