fbpx La 'polipillola' che migliora le terapie negli infartuati | Page 2 | Scienza in rete

La 'polipillola' che migliora le terapie negli infartuati

Read time: 2 mins

Una polipillola che contiene più farmaci per la prevenzione cardiovascolare, è stata testata nello studio FOCUS (Fixed Dose Combination Drug for Secondary Prevention), a cui ha partecipato l’IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche ‘Mario Negri’. La ricerca, finanziata dalla Comunità Europea nell’ambito del 7° Programma Quadro, è stata promossa dal Centro Nacional de Investigaciones Cardiovasculares di Madrid in collaborazione con partners Europei, Sud Americani e Ferrer Internacional.
Nonostante i continui progressi terapeutici, le malattie cardiovascolari a livello mondiale sono in continua crescita e questo è in parte dovuto alla scarsa aderenza alle terapie raccomandate per la prevenzione (nell’arco di due anni da un infarto miocardico almeno la metà dei pazienti smette di assumerle) e alla scarsa accessibilità di questi farmaci nei Paesi a basso reddito.
La polipillola testata nello studio FOCUS che ha visto il coinvolgimento di numerosi cardiologi italiani, è già in commercio in diversi Paesi dell’America Latina e potrebbe essere presto disponibile anche in Europa.
“Il fattore più importante responsabile della scarsa aderenza ai trattamenti raccomandati - spiega Carla Roncaglioni, responsabile del Laboratorio di Ricerca in Medicina Generale del Dipartimento Cardiovascolare del “Mario Negri”, membro del Comitato Scientifico dello studio FOCUS - è la complessità del trattamento e il numero totale di pillole che si assumono ogni giorno. Da qui l’dea di una polipillola contenente più farmaci per la prevenzione cardiovascolare come strategia per migliorare l’aderenza e ridurre i costi della terapia rendendola più accessibile anche ai paesi meno ricchi”.
Lo studio aveva due obiettivi: 1) chiarire i fattori che interferiscono con l’aderenza ai farmaci; 2) valutare se la somministrazione in un’unica polipillola dei tre farmaci raccomandati per la prevenzione cardiovascolare (aspirina 100 mg, simvastatina 40 mg e ramipril disponibile in tre dosaggi 2.5, 5 o 10 mg) migliorasse l’aderenza rispetto a questi tre farmaci assunti separatamente. L’effetto dei due regimi terapeutici è stato anche valutato sul profilo pressorio, lipidico, sulla sicurezza e mortalità.
“In generale - aggiunge Marta Baviera del Dipartimento Cardiovascolare del “Mario Negri” e coordinatrice dello studio a livello italiano – l’uso concomitante di più farmaci, un’ età più giovane, i disturbi depressivi, una rete sociale limitata e una bassa copertura assicurativa sono risultati associati alla scarsa aderenza alle terapie. Dopo 9 mesi di trattamento l’aderenza è risultata significativamente più alta nei pazienti in terapia con polipillola rispetto a coloro che assumevano i tre farmaci separatamente. Inoltre, non si è osservata alcuna differenza tra i due regimi di trattamento in termini di pressione, colesterolo, sicurezza e mortalità”.
“L’uso della polipillola - conclude Marta Baviera - ha dimostrato di migliorare l’aderenza dei pazienti al trattamento, il passo successivo sarà quello di capire se questo miglioramento si traduce anche in una riduzione degli eventi cardiovascolari”.

Ufficio Stampa IRCCS

Sezioni: 
Medicina e ricerca

prossimo articolo

Alimentazione sostenibile: imparare dalla preistoria

Dimostrazione cottura preistorica

Il progetto  Onfoods in prehistory ha voluto comprendere e ricostruire l’eredità di una agricoltura sostenibile nata nella preistoria, migliaia di anni, fa e in grado oggi di rappresentare un modello di riferimento. E lo ha fatto con particolare attenzione alla condivisione di questi valori con un pubblico più ampio possibile, sottolineando quanto si può imparare dalla ricerca archeologica e dalle comunità dell’età del Bronzo in termini di alimentazione sostenibile. Ce ne parla il gruppo di ricerca che ha portato avanti il progetto.

Nell'immagine: attività di archeologia sperimentale dimostrativa con cottura di una zuppa di lenticchie e una di roveja, con ceramiche riprodotte sperimentalmente sulla base dei reperti ceramici del villaggio dell’età del Bronzo di Via Ordiere a Solarolo (RA).

Pluridecennali ricerche sul campo, condotte da Maurizio Cattani, docente di Preistoria e Protostoria dell’Università di Bologna, e dal suo team, hanno permesso di riconoscere nell’Età del Bronzo il momento in cui si è definito un profondo legame tra la conoscenza del territorio e la sostenibilità della gestione delle sue risorse. Questa caratteristica ha infatti consentito alle comunità dell’epoca di prosperare, dando vita a villaggi sempre più stabili e duraturi nel corso del tempo.