newsletter #79
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È stato approvato ieri
in via definitiva al Senato
il decreto legge contenente disposizioni
urgenti per la città di Genova, che prevede,
all'articolo 25, delle norme
per la ricostruzione a Ischia nei comuni colpiti dal
terremoto del 2017. Il condono non tiene però in considerazione
il rischio sismico, idrogeologico e vulcanico che
caratterizzano l'isola. Tralasciando gli aspetti
politici, il decreto va nella direzione opposta a
quella che indica la comunità scientifica ed
erode la percezione del rischio degli isolani e non
solo. «L’idea che promana dal provvedimento è:
non tenete in alcuna considerazione le cassandre
scientifiche. Liberi tutti», conclude Pietro
Greco nel suo editoriale su Scienza in rete. Nell'immagine: i danni agli edifici in seguito al terremoto del 21 agosto 2017. La scossa più forte, localizzata nel comune di Casamicciola Terme, ha avuto una magnitudo locale pari a 3.6.
Credit: Dipartimento Protezione Civile / Flickr. Licenza: CC
BY 2.0.
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SCIENZA, PSEUDOSCIENZA E ISTITUZIONI
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Comincia
oggi al Politecnico di Milano il 35esimo
"Convegno
Internazionale
Innovazione e
Ricerca - Alleanze a
sostegno
dell'agroecologia",
promosso
dall'Associazione
per l'agricoltura
biodinamica. Il
patrocinio di un
simile evento da
parte del
Politecnico di
Milano ha suscitato
le critiche della
senatrice Elena
Cattaneo e una
lettera aperta del
Gruppo 2003, che
chiedono al rettore
dell'ateneo milanese
di ritirare il proprio
sostegno. Lo stesso
appello è
arrivato da un gruppo
di 31 importanti
direttori di
dipartimento,
docenti e
ricercatori dell'Università degli
studi di Milano, del
CNR e del CREA, che ha
invitato il rettore
del Politecnico a
non legittimarne
l’inesistente
scientificità
dell'agricoltura
biodinamica. La
lettera dei
ricercatori
fotografa una
profonda spaccatura
nella comunità degli
agronomi milanesi e
un imbarazzante
conflitto
istituzionale fra
atenei. [Scienza
in rete; Autori Vari]
Ma
esistono prove
scientifiche
dell'efficacia delle
tecniche di coltura
biodinamiche? La
risposta nella
rubrica "Vero o
falso" di Scienza in Rete
[Scienza in rete;
Enrico Bucci,
Ernesto
Carafoli]. Per
capire in cosa
consista
concretamente
l'agricoltura
biodinamica, invece,
conviene analizzare
i suoi standard di
processo e le
richieste
brevettuali,
tutelati dal marchio
Demeter
[Scienza in rete;
Donatello Sandroni].
Si è tenuta martedì pomeriggio
all'università Sapienza di Roma la
presentazione del libro "Clima, basta
catastrofismi. Riflessioni scientifiche sul
passato e sul futuro", di Franco Battaglia,
Uberto Crescenti, Nicola Scafetta e Mario Giaccio. L'evento ha avuto inizio con i
saluti del rettore portati dal prorettore, ma in sala erano presenti
quasi
esclusivamente contestatori. I relatori
dichiarano che la comunità scientifica
è divisa tra chi attribuisce il
riscaldamento globale a cause prevalentemente
naturali e chi invece pensa che sia di origine
principalmente antropica. Tuttavia uno studio
pubblicato sui Proceedings of the National
Academy of Sciences nel 2010 ha mostrato che il 97-98% degli scienziati
è d'accordo con le conclusioni
dell'Intergovernmental Panel on Climate Change,
che afferma che è estremamente probabile
che l'aumento delle temperature osservato dalla
seconda metà del XX secolo sia dovuto
alle attività umane. Il 2% in disaccordo
ha competenze sostanzialmente inferiori rispetto
a quelle della maggioranza. Gli scienziati che in Italia,
negano la tesi
antropica spesso non sono
climatologi. Lo stesso evento era previsto nella
mattinata di martedì al Senato, promosso dal senatore del
Movimento 5 Stelle Franco Ortolani, ma è
stato cancellato.
[Scienza in rete; Sandro Fuzzi]
Sempre questa settimana è arrivato
l'annuncio della volontà del Governo di
istituire una commissione di vigilanza sulla
divulgazione scientifica in televisione. In
un'intervista andata in onda su La7, Barbara Lezzi, ministra per
il Sud, ha motivato così la decisione:
«Vogliamo cercare di
dare tutte le versioni possibili in merito a un
determinato argomento». Tuttavia, leggendo il testo della
proposta di legge, depositata dal deputato
del Movimento 5 Stelle Lugi
Gallo, presidente della VII Commissione
parlamentare cultura, scienza e istruzione,
sembra che il compito della commissione sarebbe
quello di rivedere e migliorare la forma
della comunicazione scientifica e non i
contenuti. Se così fosse, secondo
Gilberto Corbellini, la sua
costituzione sarebbe auspicabile.
[Il Sole 24 Ore; Gilberto Corbellini]
Durante
l'inaugurazione
dell’anno accademico
2018-2019 dell'Accademia Nazionale
dei Lincei, Giorgio
Parisi ha
sottolineato
l'importanza di far
sentire la voce
degli scienziati
sulle questioni su
cui i cittadini sono
chiamati a prendere
decisioni,
illustrando i meriti
e demeriti delle
varie
tesi. Perché
questa voce raggiunga un
pubblico più
vasto possibile
è necessario
usare tutti
gli strumenti
di comunicazione:
«Dobbiamo
rimboccarci le
maniche, forse
cambiare il nostro
modo di
scrivere [...], essere presenti con i nostri scritti sui giornali, in edicola, in libreria, in maniera da poter incidere efficacemente sul dibattito pubblico», ha
affermato a
conclusione del suo discorso.
[Scienza in rete;
Giorgio Parisi]
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DAL CERVELLO ALLO SCHELETRO: QUANTO SONO DIVERSI MASCHI E FEMMINE?
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Uno
studio che ha coinvolto 700 000
persone conferma le teorie dello
psicologo Simon Baron-Cohen. In
media le
donne hanno punteggi più alti
degli umani sui test di empatia e
più bassi su quelli di
sistematizzazione. Sempre in media le persone con
disturbi dello spettro autistico
hanno punteggi più alti della
media degli
uomini sulla sistematizzazione e
più bassi sull'empatia. Gli
autori sottolineano tre
aspetti. Primo:
si tratta di risultati medi e ogni
individuo può comportarsi,
indipendentemente dal sesso, in modo
molto diverso dalla media. Secondo:
le persone con disturbi dello
spettro autistico mancano in media
della cosiddetta empatia cognitiva,
quella che permette di capire cosa
provano gli altri, ma non di quella
affettiva, che invece permette di
reagire appropriatamente agli stati
d'animo altrui. Infine: le cause di
queste differenze non sono ancora
chiare. Esiste di certo una
componente biologica, ma è
probabile che anche le
esperienze sociali e il modello
educativo giochino un ruolo.
[The Conversation; Simon
Baron-Cohen, Carrie Alison, David
M. Greenberg, Varun Warrier]
Le differenze tra maschi e
femmine, sia nell'ambito patologico
che fisiologico, vanno prese in
considerazione quando si progettano
terapie e si valuta l'efficacia dei
farmaci, ma è fondamentale
allargare lo sguardo per formulare
ipotesi diverse e cercare di
confermarle o confutarle con studi
sperimentali solidi. Nel 2010 la
giornalista Anna Nowogrodski
scriveva su Nature che se i
medicinali pongono sempre qualche
rischio per chi li assume, questo
rischio è molto più alto per le
donne perché la ricerca
medica usa popolazioni sperimentali
per lo più maschili. Lo
studio delle differenze tra maschi e
femmine è dunque molto importante,
ma finora si è concentrato su
alcuni ambiti, per lo più
comportamentali, che rispecchiano
ipotesi fortemente modellate dalla
cultura. Forse la prima domanda da
porsi è se esistano altre
categorie, oltre al sesso, che
possiamo usare per individuare
discrepanze. E poi, restringendo il
focus sui sessi, potremmo chiederci che ruolo hanno avuto biologia e cultura nel creare le diversità maschio-femmina che possiamo riscontrare nei vari ambiti.
[Scienza in rete; Pamela
Boldrin]
Lo studio dello scheletro
umano rivela che anche il sesso,
come il genere, sfugge a una
classificazione binaria. Fino
agli anni '70 del secolo scorso gli
antropologi categorizzavano i resti
umani ossei come appartenenti a
maschi o femmine. Nel 1972
l'antropologo statunitense Kenneth
Weiss notò che nei siti archeologici gli scheletri
considerati "maschili" erano il 12%
in più di quelli catalogati
come femminili. Da quel momento in
poi, consapevoli di questo
bias, gli antropologi hanno
cominciato ad assegnare la categoria
"indeterminato" a un numero
crescente di resti umani e il
rapporto tra scheletri femminili e
maschili si è riequilibrato.
[The Atlantic; Alexandra Kralick]
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RICERCA E SOCIETÀ
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Dopo l’ondata di
maltempo di fine
ottobre che ha
provocato danni
ingenti ed è costata
la vita a più di 30
persone, la Lega ha
presentato alla
Camera un progetto
di legge che assegna
poteri straordinari
alle Regioni in tema
di estrazione di
inerti dal letto dei
fiumi. Ma
l’estrazione
indiscriminata di
inerti è dannosa
perché innesca
processi erosivi,
mettendo in crisi le
opere di difesa
idraulica. Una legge
quindi pericolosa
per un territorio
già martoriato dal
dissesto
idrogeologico, come
conferma l’ultimo rapporto sul dissesto idrogeologico stilato dall’Ispra.
[Scienza in rete;
Davide Michielin]
950 ricercatori,
principalmente
chimici, hanno
firmato una lettera
che esprime
preoccupazione per
l'eventuale
approvazione del
Plan S, il piano di
transizione all'Open
Access proposto
dalla Commissione
Europea e
sottoscritto da
diverse agenzie di
finanziamento
nazionale e da alcune
fondazioni. Se
il piano venisse
adottato così
com'è
vieterebbe la
pubblicazione su un
vasto numero di
riviste prestigiose
che adottano il
modello ibrido di
pubblicazione. Accadrebbe
dunque che gli
scienziati
finanziati da
istituti che
sottoscrivono il
Plan S non
potrebbero più
pubblicare, e dunque
collaborare, con
coloro che invece
ricevono
fondi da agenzie che
non aderiscono
all'iniziativa. Verrebbe
così limitata
la loro
libertà di
ricerca.
[Nature; Richard Van Noorden]
I
social
network
aiutano
gli
scienziati
a
identificare
possibili
partecipanti
per
studi
clinici,
ma
allo
stesso
tempo
ne
compromettono
la
riuscita. Le
conversazioni
online
tra
i
partecipanti
a
un
trial
possono
rivelare
chi
appartiene
al
gruppo
di
controllo
e
dunque
sta
ricevendo
il
placebo
e
spingerlo
a
ritirarsi. Oppure
possono
lasciar
trapelare
che
la
terapia
non
funziona. Allo
stesso
tempo
queste
conversazioni
offrono
supporto
psicologico
ai
malati
o
a
chi
li
assiste
e
in
passato hanno
permesso
di
coinvolgere
i
pazienti
nella
progettazione
degli
studi,
garantendone un
maggiore successo.
[Nature; Heidi Ledford]
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