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1 maggio 2020
SPECIALE COVID-19
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Il Rapporto "Valutazione di politiche di riapertura utilizzando contatti sociali e rischio di esposizione professionale”, che ha ispirato l'approccio del Governo alla Fase 2, è basato su scenari molto improbabili quando non inverosimili. Sarebbe invece opportuno considerare scenari realistici per non dare luogo con misure troppo restrittive a conseguenze socio economiche drammatiche e non comprimere ulteriormente i diritti fondamentali. Un'analisi dell'economista Giovanni Dosi, gli epidemiologi Carlo La Vecchia e Angelo Moretto e il giurista Gian Luigi Gatta.
Fase 2
La Ripartenza stabilita dal governo il 4 maggio deve essere graduale, ma soprattutto ben organizzata. Quali devono essere le condizioni necessarie?
1. Monitorare costantemente che il contagio sia sotto controllo. Cioè che il tasso di riproduzione resti minore di 1 e che il numero dei nuovi casi giornalieri sia tale da consentire un efficace programma di "Rintraccia e isola".
2. Utilizzare il test sierologico non per dare un "patentino di immunità" al momento impossibile, ma per stimare la frequenza dell'infezione nella popolazione.
3. Comunicare con chiarezza la finalità del test a chi vi si sottopone volontariamente, anche per ottenerne un pieno consenso informato.
[Scienza in rete; Rodolfo Saracci]
Farmaci
Nelle ultime settimane l'eparina ha avuto una grande popolarità sulla rete e sulla stampa. Qualcuno si è anche spinto a dire che insieme agli anti-infiammatori sarebbe la soluzione per Covid. Non proprio. Eppure quando ci vuole l'eparina viene già usata negli ospedali - cinesi come italiani - per questi malati, soprattutto per evitare la complicazione più grave della malattia, la coagulopatia generalizzata dei polmoni. [Scienza in rete; Simonetta Pagliani]
Test
Abbiamo già imparato qualcosa sui test sierologici e i loro limiti. Ora che stanno partendo in tutta italia serve aver ben chiaro come leggerli, a cosa servono, con quali margini di incertezza. Sara Gandini dell'IEO ha fatto un ottimo lavoro nello spiegare le loro caratteristiche, ma soprattutto ha compilato una revisione di tutti i test sierologici studiati in letteratura riportandone caratteristiche e perfomance. [Scienza in rete; Sara Gandini]

Di tampone non ce n'è uno solo. A parte quello usato per confermare la positività tramite amplificazione del genoma del virus (PCR), c'è il test antigienico, che rileva la frazione proteica della superficie virale riconosciuta dal sistema immunitario. Potrebbe essere molto più rapido, ma per il momento non è preciso, perché può capitare che il tampone non lo trovi il virus nella gola del paziente. [Scienza in rete; Simonetta Pagliani]

La gara indetta dal governo per i test sierologici è stata vinta dall'azienda Abbott, che ne fornirà un primo quantitativo gratuitamente. La Regione Lombardia ha deciso invece d'impiegare un kit diagnostico dell'italiana Diasorin, sviluppato in collaborazione con il Policlinico San Matteo di Pavia. Un’analisi dell'immunologo Guido Poli del San Raffaele di Milano. [Scienza in rete; Guido Poli]
Dati e analisi
Il database Covid-19 aggiorna quotidianamente sui paper pubblicati e pre-print su Covid-19 di tutto il mondo. Per i lavori pubblicati abbiamo per il momento riportato il loro valore Altmetric, parametro usato da tutte le principali riviste internazionali per indicare la rilevanza sociale dei paper. Il Database mostra anche quanti paper sono stati scritti per nazionalità degli autori, e gli enti di ricerca e le università italiane che ne hanno scritti di più. Queste informazioni costituiscono una risorsa utile per chi interessato all'argomento sotto il profilo delle performance nazionali e della politica della ricerca, come già mostrato nell’analisi di Pietro Greco e Fabrizio Bianchi. [Scienza in rete]

Le istituzioni italiane stanno iniziando a rilasciare dati e analisi epidemiologiche sempre più complete e accurate. Sono un esempio i dati Istat sulla mortalità (al momento per poco meno di 2.000 comuni, ma è atteso per il 4 maggio il rilascio di dati per quasi tutti comuni), e i dati del SISMG, il servizio di sorveglianza rapida della mortalità. Su Scienza in rete una pagina in evoluzione per seguire l’andamento dei dati più significativi per interpretare l’evoluzione dell’epidemia. Nelle ultime pubblicazioni si può rilevare anche per aprile un grande eccesso di mortalità nelle regioni del nord (anche se a macchia di leopardo, con zone meno colpite di altre) e una mortalità nella media per le regioni del sud. In Europa tutti gli stati più popolosi registrano un gran numero di casi e all’incirca lo stesso numero di morti per 100 mila abitanti: fa eccezione la Germania, dove per ora il numero di morti per Covid-19 resta basso e non si registra nessun eccesso di mortalità. [Scienza in rete]

Mario Barra, Emiliano Di Gennaro, Fabio Miletto Granozio del CNR-SPIN hanno recentemente realizzato il sito "Covid-19". Il sito analizza (con strumenti interattivi) la situazione dell’epidemia in Italia, con un approfondimento dedicato sia ai dati comparati delle singole regioni, sia al contesto internazionale. Nell'articolo sono spiegati i dettagli del progetto e il metodo scientifico utilizzato. [Scienza in rete; Mario Barra, Emiliano Di Gennaro, Fabio Miletto Granozio]

Spesso si sente dire che il numero di vittime che sta mietendo l’epidemia di SARS-CoV-2 in Italia sia ben superiore ai numeri che ci vengono forniti quotidianamente dalla Protezione Civile. Inoltre si leggono sempre più notizie relative a decessi non direttamente dovuti al virus ma indirettamente dovuti all’epidemia: sono spesso persone con patologie serie, che nulla hanno a che vedere con Covid-19, ma che hanno difficoltà o ritrosia ad accedere in tempo al servizio sanitario e ciò ne provoca a volte il decesso. Purtroppo ad oggi una stima accurata di questi due numeri, ossia dei reali decessi dovuti direttamente e indirettamente al virus, non è disponibile. In questo articolo di Enrico Bucci, Luca Leuzzi, Enzo Marinari, Giorgio Parisi, Federico Ricci Tersenghi si cerca di supplire a questa lacuna, fornendo una stima ragionevole di tali decessi tramite l’analisi statistica dei dati messi a disposizione dall’Istat sui decessi totali che sono avvenuti in Italia fino al 4 aprile 2020, anche elaborando scenari che partono dalla constatazione della minore prevalenza di donne nella mortalità da Covid-19". Un articolo impegnativo ma illuminante sul "sommerso" dell'epidemia. [Scienza in rete; Enrico Bucci, Luca Leuzzi, Enzo Marinari]
Ambiente
Sui social e nei media impazzano le notizie di animali selvatici in città, che conferiscono un sapore ancora più surreale e fantascientifico alla attuale situazione di pandemia. Ma perché gli animali entrano nelle città? Sono una novità portata dal Covid-19 o semplicemente ce ne accorgiamo di più? Ma soprattutto, come ci si deve rapportare ai "selvatici"? [Scienza in rete; Laura Scillitani]

“Evidenziare il ruolo della prevenzione primaria e della sanità pubblica, in particolare nella gestione del rischio delle malattie infettive emergenti e delle zoonosi pandemiche, può fornire elementi strategici per individuare le misure per potenziare la resilienza dei sistemi di prevenzione ambientale e sanitaria. Tutto ciò presuppone una visione sistemica, la conoscenza e l’applicazione di modelli complessi, attraverso cui costruire e integrare le conoscenze e, nello stesso tempo, sviluppare consapevolezza sull’interdipendenza di molteplici fattori, per lo sviluppo delle politiche sanitarie, ambientali ed economiche a livello globale”. [Scienza in rete; Aldo Di Benedetto]

Come hanno osservato gli esperti della Rete italiana ambiente e salute (RIAS), gli studi fino ad oggi suggeriscono che il virus che causa Covid-19 viene trasmesso principalmente attraverso le goccioline respiratorie di persona infetta a distanza ravvicinata a seguito di un colpo di tosse o di uno starnuto o la semplice parola. Più raro il contagio attraverso le superfici infette. Vi sono anche alcune indicazioni che suggeriscono che il virus nell’aerosol di un ambiente chiuso possa essere ancora infettivo. Si è infine ipotizzato che il particolato atmosferico possa essere un vettore per la diffusione del virus per via aerea, peraltro contestato da un’analisi pubblicata da Scienza in Rete. La diffusione non corretta di questa ipotesi, non suffragata da prove scientifiche, può essere molto fuorviante nella comunicazione del rischio alla popolazione, già disorientata dalla contrapposizione fra distanze di sicurezza troppo ravvicinate e la improbabile diffusione a chilometri di distanza. [Scienza in rete; Rete Italiana Ambiente e Salute]
Costume
Sui 20 componenti del Comitato tecnico scientifico Covid, 20 sono uomini. La scelta sarebbe irricevibile in molto paesi dove vigono regole per evitare il manelism (panel di soli uomini). Il direttore dei National Institutes of Health Francis S. Collins, ad esempio, ha adottato un chiaro codice di condotta intitolato "Time to end the Manel tradition", dove dice che non parteciperà più a panel composti da soli uomini. [Scienza in rete; Patrizia Caraveo]
Storia
La pandemia di Covid-19 ha portato a riparlare delle grandi epidemie del passato, prime tra tutte quelle di peste e di influenza spagnola. Ma ogni epidemia è diversa, anche nel contesto storico, sociale ed economico in cui si svolge, e fare paragoni può essere ingannevole. “Una storia delle epidemie che applichi i concetti e le teorie della storia naturale, biologica e cognitiva, dei rapporti tra specie umana e parassiti può fornire elementi di lettura dell’epidemia in corso, ma solo riconoscendo in premessa che questo virus sta spazzando e spazzerà il pianeta in lungo e in largo evolvendo sotto il controllo di due unici fattori: il caso e la selezione naturale”. Un articolo dello storico della medicina Gilberto Corbellini. [Scienza in rete; Gilberto Corbellini]
Filosofia
Lo spillover che ha innescato la pandemia di Covid-19 ci offre una grande opportunità, quella d'innescare anche un salto cognitivo, morale e politico, sulla traccia di quel percorso che potrebbe (ri)portarci a essere la più collaborativa delle specie. [Scienza in rete; Cristian Fuschetto]

Sono più le cose che non si sanno delle cose che si sanno su Covid-19, un'epidemia che ha spiazzato tutti, anche la ricerca scientifica, che si è comunque gettata a capofitto in studi e valutazioni. Che cosa ci insegna questa epidemia? Forse anche ad abbracciare un modo di fare scienza diverso dall'attuale, più interdisciplinare, trasparente, capace di ascoltare di più la società e saper accettare il suo scrutinio. In tempi di emergenza e incertezza, con una posta in gioco alta, sfuma anche la differenza fra scienziato ed esperto (più vicini ai decisori). [Scienza in rete; Fabrizio Bianchi, Liliana Cori, Luigi Pellizzoni]

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