Sei anni di dati raccolti dalla sonda dell'ESA Venus Express mostrano importanti variazioni nella quantità di anidride solforosa presente nell'atmosfera di Venere: un'intrigante spiegazione chiama in causa grandi eruzioni vulcaniche.
Nel 2006, appena arrivata alla sua destinazione, Venus Express cominciò a rilevare un significativo aumento nella densità media di anidride solforosa presente nell'atmosfera del pianeta, seguito, nei mesi successivi, da una altrettanto rapida diminuzione. Negli ultimi tempi la densità si è nuovamente riportati su valori dieci volte più grandi. Le elevate concentrazioni registrate dalla sonda non possono che puntare a un'origine recente. Il gas, infatti, non appena raggiunge l'alta atmosfera di Venere viene rapidamente distrutto dalla radiazione solare e dunque ci deve essere un meccanismo in grado di rifornirlo.
In uno studio pubblicato su Nature Geoscience, Emmanuel Marcq (Laboratoire Atmosphère, Milieux, Observations Spatiales) e i suoi collaboratori suggeriscono due possibili spiegazioni. Una di queste chiama in causa l'esistenza di una variabilità decennale nella circolazione atmosferica di Venere, che risulterebbe dunque molto più complessa di quanto oggi sappiamo. L'ipotesi che riscontra più favori, però, potrebbe essere quella vulcanica: l'eccesso di anidride solforosa registrato dalla Venus Express sarebbe cioè da imputare a recenti eruzioni vulcaniche. Sulla superficie di Venere si innalzano molti vulcani, ma individuare la struttura responsabile è quasi impossibile. La rapida circolazione atmosferica del pianeta, infatti, è in grado di disperdere in pochi giorni l'anidride solforosa su tutto quanto il pianeta.
Una conferma indiretta dell'ipotesi vulcanica verrebbe da precedenti osservazioni infrarosse della superficie di Venere. In esse, i flussi lavici individuati sulla cima di alcuni coni vulcanici mostravano una composizione differente da quelli circostanti, una caratteristica che punta in direzione di un'origine recente.
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