Un
team internazionale di scienziati ha individuato un composto che può combattere
i coronavirus, responsabili delle
epidemie di SARS e MERS, che attualmente non hanno alcuna cura. Questi virus
colpiscono le vie respiratorie negli esseri umani. La maggior parte di essi
provocano piccoli raffreddori, ma altri ceppi di coronavirus sono molto ben più
pericolosi come è accaduto con l’epidemia della SARS che dal 2003 ha ucciso oltre 800 persone.
Nel
2012 il virologo egiziano Ali Mohamed
ha isolato il MERS-CoV (Middle East
Respiratory Syndrome Coronavirus), un ceppo di Coronavirus che causa la
Sindrome respiratoria mediorientale (MERS).
Il
MERS-CoV è simile al virus della SARS ma presenta una maggiore mortalità (30%
rispetto al 10% della SARS).
Ora,
un team di scienziati guidati da Edward
Trybala presso l'Università di Göteborg in Svezia e Volker Thiel dell'Università di Berna, hanno scoperto un composto
chiamato K22, che sembra bloccare la
capacità del virus di diffondersi negli esseri umani.
I
ricercatori hanno provato oltre 16000 diversi composti prima di capire che K22
era in grado di contrastare una forma debole di coronavirus che provoca i
sintomi del raffreddore. Hanno poi provato, con ottimi risultati, il composto
nei ceppi che causano la SARS e MERS.
Come agisce K22? Secondo gli autori dello studio, pubblicato su PLoS Pathogens , il composto riesce a bloccare un
passaggio precoce del processo infettivo, quando il virus si costruisce nella
cellula ospite il macchinario molecolare che gli serve per moltiplicarsi. Così
facendo K22 impedisce al virus di
riprodursi nelle cellule umane in coltura.
"Questa scoperta
è importante alla luce del fatto che alcuni coronavirus emergenti, come la SARS
e MERS sono potenziali agenti patogeni che causano pandemia", ha spiegato
Trybala.
Avendo trovato un
composto anti-CoV efficace, l’équipe di Trybala ha volutamente creare dei ceppi
virali resistenti a K22, per capire meglio l’azione del farmaco. I ceppi
resistenti avevano sostituito degli amminoacidi in una proteina chiamata nsp6, che è responsabile per
l'assemblaggio delle vescicole specializzate all'interno delle cellule ospiti
quando il CoV deve replicarsi. I risultati confermano, quindi, che
l'uso della membrana della cellula ospite è un passo cruciale nel ciclo vitale
del virus.
Mentre K22 ha ancora molta strada da percorrere prima di essere testata sugli
esseri umani, Trybala è fiducioso "che l'identificazione di questa nuova
strategia di lotta al coronavirus aiuterà a sviluppare un farmaco antivirale
efficace e sicuro".