fbpx Supernova in 3D | Scienza in rete

Supernova in 3D

Primary tabs

Read time: 2 mins

Per quanti sforzi possiamo fare, la nostra visione del cosmo è inevitabilmente limitata. Se potessimo osservare i fenomeni da più punti di vista, le nostre conoscenze ne trarrebbero incredibili benefici. Una recente ricerca su una supernova di tre secoli fa mostra come gli echi luminosi ci possano dare una mano.

Cassiopea A è quanto rimane di una supernova esplosa a circa 16 mila anni luce dalla Terra. Ben noto soprattutto per la sua emissione X e per la stella di neutroni al suo interno, questo resto di supernova è stato studiato da Armin Rest (Harvard University) e dal suo team analizzando i suoi echi di luce. Proprio come si può usare un'eco sonora per ottenere informazioni sull'ambiente circostante, allo stesso modo gli astronomi hanno raccolto gli echi luminosi di quella remota esplosione riflessi verso la Terra dalle nubi di polveri interstellari e li hanno utilizzati per ricostruire la struttura tridimensionale di Cassiopea A.

I ricercatori hanno così avuto la conferma che quella supernova non è affatto stata un'esplosione simmetrica. Hanno infatti individuato una sorta di direzione privilegiata per l'espulsione dei materiali, un flusso di gas la cui velocità risulta circa 4000 km/s più elevata di ogni altra direzione. Rilevazione in linea con precedenti studi, che avevano mostrato come la stella di neutroni all'interno di Cassiopea A viaggiasse a circa 350 km/s proprio nella direzione opposta di quell'eco luminosa.

Harvard-Smithsonian CfA - Research paper - Video by Chandra

Autori: 
Sezioni: 
Astronomia

prossimo articolo

La salute di giovani transgender in mani transfobiche?

A metà maggio il ministro della Salute e la ministra della Famiglia, natalità e pari opportunità hanno firmato un decreto che istituisce un tavolo congiunto sulla disforia di genere i cui 29 membri dovranno effettuare «una ricognizione delle modalità di trattamento». Un paio di giorni dopo la ministra ha esplicitato che per lei l’identità sessuale deve rimanere binaria, come vuole la biologia, dimostrando di ignorare quello che la biologia riconosce da tempo: un ampio spettro di identità di genere. Abbastanza per temere che l’approccio di lavoro di questo tavolo possa essere guidato più dall’ideologia che dalla ricerca scientifica.

Crediti: Foto di Katie Rainbow/Unsplash

Suona davvero un po’ beffardo. Solo pochi giorni fa il ministro della Salute Orazio Schillaci e la ministra della Famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella hanno firmato un decreto che istituisce un tavolo tecnico di approfondimento sulla disforia di genere «per una ricognizione delle modalità di trattamento di tale condizione nel territorio nazionale».