fbpx Rivalutata la proteina della memoria | Page 4 | Scienza in rete

Rivalutata la proteina della memoria

Primary tabs

Read time: 3 mins

Per anni, la proteina chinasi M-ζ (PKM-ζ), è stata considerata come cardine nel processo di memoria a lungo termine. Si riteneva, infatti, che l’inibizione di questo enzima potesse cancellare vecchi ricordi, mentre l’aggiunta riuscisse a rafforzare le memorie “sbiadite”. Ma due nuovi studi pubblicati sulla rivista Nature, contestano il ruolo fondamentale di questa proteina. Dal 2007 molti studi indipendenti, tra i quali quelli di Todd Sacktor, avevano dimostrato che sui modelli animali iniettando nell’ippocampo, regione del cervello cruciale nella formazione della memoria, un piccolo peptide denominato ZIP, venivano cancellati i ricordi relativi, per esempio, agli odori sgradevoli. ZIP agiva bloccando l’enzima PKM-ζ. Viceversa, iniettando nel cervello copie extra della chinasi la memoria veniva rafforzata. Questi studi affascinanti suggerivano quindi che la memoria a lungo termine, piuttosto che essere statica e stabile, era sorprendentemente fragile, e dipendeva dalla continua attività di un singolo enzima.

Richard Huganir della Johns Hopkins University di Baltimora, preoccupato del fatto che gran parte dei dati fossero influenzati dalle azioni di ZIP, insieme alla sua èquipe, ha preso una strada diversa, eliminando i due geni: uno per PKM-ζ e una per una proteina correlata chiamata PKC-ζ nei topi embrionali. Anche Robert Messing della California University ha condotto lo stesso tipo di sperimentazione. Nessuno dei due gruppi di topi ha mostrato problemi di memoria. Gli animali sottoposti a una serie di test comportamentali conservano ricordi persistenti per le paure, oggetti, luoghi e movimenti. I topi mostravano livelli normali di potenziamento a lungo termine.

"Il nostro studio afferma che PKM-ζ non è l’unica responsabile del mantenimento della memoria a lungo termine", dice Huganir. Entrambi i gruppi di ricerca hanno scoperto inoltre che ZIP, nonostante la mancanza di PKM-ζ, può sconvolgere lo status della memoria nei topi, “Questi studi non escludono tuttavia la possibilità che PKM-ζ possa giocare un ruolo in alcune forme di memoria, replica Sanktor, perché un gene diverso potrebbe compensare la perdita, come normalmente accade in topi con deficit genetici”. Per confutare anche questa ipotesi, il team di Huganir non ha creato topi knockout, ma ha utilizzato animali in cui i geni PKM-ζ  funzionavano normalmente fino alla somministrazione di un farmaco che improvvisamente spegneva il gene. Questo ha permesso loro di studiare topi adulti che non avevano avuto l'opportunità di sviluppare meccanismi di back-up per la perdita del gene. I topi trattati farmacologicamente  davano risposte ai test comportamentali simili a topi normali. Questi risultati non dimostrano, tuttavia, l’estraneità dell’enzima nella formazione del ricordo, ma che non ha quel ruolo centrale che gli veniva attribuito. La nuova possibile ipotesi è che esistano diversi processi paralleli per la consolidazione dei ricordi nella memoria. "I meccanismi alla base del mantenimento della memoria a lungo termine sarà una delle aree più interessanti della ricerca delle neuroscienze per gli anni a venire", spiega Huganir.

Autori: 
Sezioni: 
Canali: 
Biologia

prossimo articolo

La migrazione sanitaria in Italia, spiegata bene

mappa italia con aereo in volo da sud verso nord

Periodicamente la mobilità sanitaria, cioè il trasferimento delle persone dalla propria Regione a un’altra per ricevere le cure di cui hanno bisogno approda sui media con toni apocalittici. Ma di che cosa parliamo? E quali sono gli aspetti davvero problematici capaci di generare costi ingiustificati e diseguaglianze?

Il fenomeno della migrazione sanitaria definisce lo spostamento di cittadini da una Regione all’altra per ricevere assistenza. Il termine tecnico che la definisce è però mobilità sanitaria. Probabilmente il termine migrazione trova largo uso perché giornalisticamente più accattivante e perché caratterizza meglio la componente più significativa dei flussi di mobilità: lo spostamento massiccio di pazienti dal Sud al Nord.