fbpx Realizzato con successo trapianto di neuroni nel cervello | Page 2 | Scienza in rete

Realizzato con successo trapianto di neuroni nel cervello

Primary tabs

Read time: 2 mins

Gli scienziati dell'Università del Lussemburgo hanno trapiantato, per la prima volta, neuroni riprogrammati da cellule della pelle nel cervello di topicon stabilità a lungo termine.
I risultati dello studio, pubblicato su Stem Cell Reports, aprono una nuova strada per la messa a punto di future terapie basate sulla sostituzioni di neuroni malati con quelli sani nel cervello dei pazienti, per esempio, affetti da Parkison.

Per ogni topo coinvolto nella ricerca, i ricercatori hanno utilizzato cellule della pelle dell'animale.
Le cellule sono state riprogrammate in cellule neuronali staminali indotte (INSC ) da cui sono stati coltivati ​​i nuovi neuroni. Dato che sono state prelevate direttamente dal topo destinatario, la compatibilità tra le cellule è stata notevolmente migliorata.
Sei mesi dopo il trapianto, i neuroni hanno mostrato un'attività del tutto normale. I neuroni hanno istaurato sinapsi con altre cellule nel cervello. Questo risultato è sorprendente perché sei mesi in un topo equivalgono a circa 20 anni negli esseri umani.
“I successi nella terapia umana sono ancora lontani, ma sono sicura che esisteranno terapie di sostituzione cellulare di successo in futuro. I nostri risultati ci hanno fatto fare un ulteriore passo in avanti in questa direzione”, ha spiegato il responsabile dello studio Jens Schwamborn.

In futuro, i neuroni impiantati, oltre a sostituire quelli vecchi e malati, potrebbero produrre la dopamina carente direttamente nel cervello del paziente e trasportarlo ai siti appropriati. Ciò potrebbe portare a una cura vera e propria per il Parkison.

Autori: 
Sezioni: 
Canali: 
Parkinson

prossimo articolo

Alimentazione sostenibile: imparare dalla preistoria

Dimostrazione cottura preistorica

Il progetto  Onfoods in prehistory ha voluto comprendere e ricostruire l’eredità di una agricoltura sostenibile nata nella preistoria, migliaia di anni, fa e in grado oggi di rappresentare un modello di riferimento. E lo ha fatto con particolare attenzione alla condivisione di questi valori con un pubblico più ampio possibile, sottolineando quanto si può imparare dalla ricerca archeologica e dalle comunità dell’età del Bronzo in termini di alimentazione sostenibile. Ce ne parla il gruppo di ricerca che ha portato avanti il progetto.

Nell'immagine: attività di archeologia sperimentale dimostrativa con cottura di una zuppa di lenticchie e una di roveja, con ceramiche riprodotte sperimentalmente sulla base dei reperti ceramici del villaggio dell’età del Bronzo di Via Ordiere a Solarolo (RA).

Pluridecennali ricerche sul campo, condotte da Maurizio Cattani, docente di Preistoria e Protostoria dell’Università di Bologna, e dal suo team, hanno permesso di riconoscere nell’Età del Bronzo il momento in cui si è definito un profondo legame tra la conoscenza del territorio e la sostenibilità della gestione delle sue risorse. Questa caratteristica ha infatti consentito alle comunità dell’epoca di prosperare, dando vita a villaggi sempre più stabili e duraturi nel corso del tempo.