fbpx Pitture predatate con l'uranio | Scienza in rete

Pitture predatate con l'uranio

Primary tabs

Read time: 2 mins

L’analisi basata sul decadimento radioattivo dell’uranio e del torio ha permesso una più accurata datazione delle pitture rupestri della penisola Iberica, indicando che sono più antiche di almeno 5 mila anni.

La delicata misurazione, i cui risultati sono stati pubblicati su Science, è stata condotta dal team di Alistair Pike (University of Bristol) su minuscoli campioni di calcite provenienti dalle stalattiti che si sono formate sulle superfici dipinte. La mancanza di pigmenti organici, infatti, rende impossibile l’impiego del metodo della datazione al radiocarbonio. Inoltre, la possibilità di avere riscontri sufficientemente sicuri anche con minuscole quantità di materiale (ne bastano 10 mg) ha permesso di rispettare al massimo l’integrità dei dipinti.
Dall’analisi è emerso che le decorazioni rupestri di una decina di grotte della Spagna settentrionale risalgono ad almeno 40.800 anni fa, dunque sono 5-10 mila anni più antiche di quanto si ritenesse finora.

I dati in possesso degli antropologi indicano che le prime tracce della presenza dell’uomo moderno in Spagna risalgono a 41.500 anni fa. Questo significa che o la pittura rupestre era in qualche modo già un patrimonio culturale dell’uomo moderno oppure è una abilità che si è sviluppata molto rapidamente, forse in risposta alla competizione con i Neanderthal. Resta però anche una terza possibilità: che le pitture rupestri che possiamo ammirare nelle grotte Iberiche (per esempio Altamira, El Castillo e Tito Bustillo) siano in realtà la gradevole espressione artistica proprio dei Neanderthal.

Science

Autori: 
Sezioni: 
Luoghi: 
Paleontologia

prossimo articolo

ToMove: le strade di Torino diventano un laboratorio della mobilità

Immagine della navetta a guida autonoma del progetto ToMove di Torino

Il progetto ToMove è un'iniziativa strategica della Città di Torino, finanziata nell'ambito del programma nazionale "MaaS for Italy". Concepito come un Living Lab, ToMove mira a co-sviluppare e testare soluzioni avanzate di mobilità che utilizzano tecnologie di guida cooperativa, autonoma e connessa. L'approccio di Torino privilegia la sperimentazione in condizioni reali e il coinvolgimento diretto di cittadini, imprese ed enti di ricerca. I tre dimostratori principali sono una navetta a guida autonoma, un Digital Twin della mobilità urbana e piccoli robot utilizzabili per le consegne a domicilio. Crediti immagine: Torinocitylab.it

Grazie al progetto ToMove a Torino, in piena città, su un normale circuito viario aperto anche al traffico privato, che si snoda attorno al Campus Einaudi e all'ospedale adiacente, da ottobre circola una navetta sperimentale a guida autonoma: i cittadini possono salire come su un qualsiasi mezzo pubblico (con la differenza che qui il servizio è su prenotazione e gratuito) e viaggiare lungo le cinque fermate coperte dal mezzo, basta prenotare sull’apposita app Wetaxi.