fbpx Un passo verso la superconduttività | Page 2 | Scienza in rete

Un passo verso la superconduttività

Primary tabs

Read time: 1 min

Uno studio, al quale hanno attivamente partecipato anche ricercatori italiani, fa un po' di luce sull'origine della superconduttività lontano dallo zero assoluto, un ambito di ricerca dal quale si attendono importanti ricadute per la tecnologia elettrica.

L'importante lavoro è frutto della collaborazione tra i ricercatori dell'unità Sissa-Democritos presso l'Istituto Officina dei Materiali del CNR, dell'Istituto dei sistemi complessi di Roma, dell'Institute for Theoretical Solid State Physics di Dresda e dell'Università di Vienna.

La ricerca, pubblicata su Nature Communications, spiega come alla base delle proprietà del LaFeAsO, un superconduttore piuttosto complesso costituito da atomi di Lantanio, Ferro, Arsenico e Ossigeno, vi sia una transizione di fase estremamente anomala. Esiste cioè una particolare situazione quantistica (un punto tricritico) che favorisce la superconduttività anche intorno a 56 gradi Kelvin, dunque a temperature lontane dallo zero assoluto. Ora si tratta di comprendere se agendo su questa criticità sarà possibile manipolare le caratteristiche del materiale favorendo la sua conducibilità elettrica a temperature ancora più elevate.

Riuscire a realizzare materiali superconduttori anche alla temperatura ordinaria è il sogno segreto di molti progetti di ricerca. Vorrebbe dire riuscire a trasportare corrente elettrica senza la grossa dispersione termica che affligge i conduttori convenzionali.

SISSA

Autori: 
Sezioni: 
Indice: 
Materiali

prossimo articolo

Identità rubate e referee fantasma: come le paper mills aggirano le riviste

Una macchina da stampa

Sempre più, nel mondo delle pubblicazioni scientifiche emergono reti organizzate che creano identità fasulle per far accettare articoli costruiti ad hoc. Furti di e-mail, profili inesistenti e revisori compiacenti permettono alle paper mills di vendere firme e pubblicazioni a ricercatori sotto pressione. E le riviste cercano di correre ai ripari con nuovi sistemi di identificazione

Se la prossima volta che inviate un articolo a una rivista scientifica vi sentirete chiedere un documento d’identità, non abbiatene a male. Le case editrici si interrogano su quale sia il miglior metodo per verificare di avere a che fare con un ricercatore o una ricercatrice reale. Nel mondo editoriale, dove tutte le interazioni avvengono per e-mail, c’è sempre maggior preoccupazione per i furti d’identità.