fbpx Osservato lo sviluppo del cervello durante la gravidanza | Page 2 | Scienza in rete

Osservato lo sviluppo del cervello durante la gravidanza

Primary tabs

Read time: 2 mins

Prima impariamo a percepire ciò che sta attorno a noi e poi a comprenderlo. A dirlo è un’affasciante ricerca condotta da ricercatori del Computational Imaging Research Lab della Medical University di Vienna che hanno osservato le varie fasi di sviluppo di un cervello fetale durante la gravidanza.

Coinvolti, a loro insaputa, nello studio sono stati 32 feti nel periodo gestazionale compreso fra la 21esima e la 38esima settimana di gravidanza. Per osservare i mutamenti strutturali e funzionali della zona cerebrale gli studiosi hanno utilizzato una tecnica di imaging chiamata risonanza magnetica funzionale tomografica. Tecnica che consente di raccogliere informazioni sulla funzionalità e il metabolismo del distretto anatomico analizzato in maniera complementare alle informazioni di tipo meramente morfologico.

Utilizzando questa metodica i ricercatori hanno osservato, nel tempo, l’attività cerebrale e la funzionalità di aree corticali e subcorticali importantissime nello sviluppo del cervello.
Si è visto che dalla 26esima alla 29esima settimana di gestazione le connessioni neuronali brevi sono particolarmente sviluppate mentre quelle lunghe si sviluppano in maniera più lineare nel corso della gravidanza.
Ma cosa significa? A spiegarlo sono le parole di Andras Jakab del Computational Imaging Research Lab, primo autore dello studio: ”E’ evidente che le aree deputate alla percezione sensoriale si sviluppano prima rispetto ad aree legate alle capacità cognitive più complesse che si sviluppano circa 4 settimane più tardi”.

Uno studio precedente condotto da Veronika Schöpf and Georg Langs aveva dimostrato una correlazione fra il movimento dell’occhio e l’attivazione dell’area cerebrale legata alla vista già fra la 30esima e la 36esima settimana di gravidanza. “La correlazione fra il movimento dell’occhio e l’area cerebrale deputata a processare gli stimoli visivi è stata riscontrata per la prima volta nell’utero” spiega Veronika Schopf.

E’ attualmente in corso uno studio presso il Computational Imaging Research Lab e il Department of Neuroradiology and Musculoskeletal Radiology della Medical University di Vienna su un modello di sviluppo cerebrale al fine di elaborare tecniche diagnostiche che consentano di rilevare potenziali malformazioni e patologie già in epoca fetale. 

Autori: 
Sezioni: 
Canali: 
Neuroscienze

prossimo articolo

Alimentazione sostenibile: imparare dalla preistoria

Dimostrazione cottura preistorica

Il progetto  Onfoods in prehistory ha voluto comprendere e ricostruire l’eredità di una agricoltura sostenibile nata nella preistoria, migliaia di anni, fa e in grado oggi di rappresentare un modello di riferimento. E lo ha fatto con particolare attenzione alla condivisione di questi valori con un pubblico più ampio possibile, sottolineando quanto si può imparare dalla ricerca archeologica e dalle comunità dell’età del Bronzo in termini di alimentazione sostenibile. Ce ne parla il gruppo di ricerca che ha portato avanti il progetto.

Nell'immagine: attività di archeologia sperimentale dimostrativa con cottura di una zuppa di lenticchie e una di roveja, con ceramiche riprodotte sperimentalmente sulla base dei reperti ceramici del villaggio dell’età del Bronzo di Via Ordiere a Solarolo (RA).

Pluridecennali ricerche sul campo, condotte da Maurizio Cattani, docente di Preistoria e Protostoria dell’Università di Bologna, e dal suo team, hanno permesso di riconoscere nell’Età del Bronzo il momento in cui si è definito un profondo legame tra la conoscenza del territorio e la sostenibilità della gestione delle sue risorse. Questa caratteristica ha infatti consentito alle comunità dell’epoca di prosperare, dando vita a villaggi sempre più stabili e duraturi nel corso del tempo.