fbpx Morbo di Alzheimer: scoperto pathway legato alla malattia | Page 2 | Scienza in rete

Morbo di Alzheimer: scoperto pathway legato alla malattia

Primary tabs

Read time: 2 mins

Sono i numeri a parlare: nel mondo si stima siano circa 25 milioni le persone affette dal morbo di Alzheimer, soltanto in Italia fa registrare più di 600mila casi.
Per questo è molto sottolineare ogni piccolo passo avanti nella ricerca e nella prevenzione della malattia.
Così, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alzheimer, che si celebra oggi 21 settembre, la Società Italiana di Neurologia (SIN) sottolinea l’importanza dei risultati conseguiti dalla ricerca scientifica nello sviluppo di nuove terapie e nella diagnosi precoce.

Recentemente i ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto un difetto in un pathway cellulare che dicono possa contribuire sia alla sovrapproduzione di proteina tossica nel cervello dei pazienti con malattia di Alzheimer e sia alla perdita di comunicazione tra i neuroni.
Il percorso, di segnalazione Wnt, è noto per svolgere un ruolo chiave nella sopravvivenza delle cellule, lo sviluppo embrionale e l'attività sinaptica. L’iperattività di questa via di segnalazione in cellule mature si pensa sia un elemento fondamentale nello sviluppo del cancro.

“I ricercatori sanno da tempo che i pazienti con cancro sono a rischio ridotto di sviluppare la malattia di Alzheimer, e viceversa", afferma Guojun Bu, autore principale dello studio pubblicato su Neuron. “Ciò che non era noto è che la segnalazione Wnt è coinvolta in questa dicotomia.”
Utilizzando un modello murino, l’équipe di Bu ha scoperto, infatti, che la via di segnalazione Wnt è soppressa nel morbo di Alzheimer.  
Per attivare la via di segnalazione, Wnt ha bisogno di legarsi al recettore LRP6. Nel modello murino preso in esame dai ricercatori statunitensi LRP6 è carente. Questa lipoproteina è importante perché regola la produzione di beta-amiloide, proteina che si accumula nel cervello dei pazienti malati di Alzheimer.
Un livello inferiore di LRP6 porta a un accumulo di amiloide e danneggia la capacità dei neuroni di comunicare tra loro. I topi con questo deficit presentano un deterioramento cognitivo.

I ricercatori hanno convalidato le loro scoperte esaminando tessuto cerebrale post-mortem di pazienti di Alzheimer: hanno trovato che i livelli LRP6 erano bassi e la via di segnalazione Wnt gravemente compromessa.
La buona notizia è che gli inibitori specifici di questo percorso sono già in fase di sperimentazione.
“Identificazione di piccoli composti per ripristinare LRP6 e la via di Wnt, senza indurre effetti collaterali, potrà aiutare a prevenire o curare la malattia di Alzheimer”, spiega Bu.

Autori: 
Sezioni: 
Canali: 
Neuroscienze

prossimo articolo

Alimentazione sostenibile: imparare dalla preistoria

Dimostrazione cottura preistorica

Il progetto  Onfoods in prehistory ha voluto comprendere e ricostruire l’eredità di una agricoltura sostenibile nata nella preistoria, migliaia di anni, fa e in grado oggi di rappresentare un modello di riferimento. E lo ha fatto con particolare attenzione alla condivisione di questi valori con un pubblico più ampio possibile, sottolineando quanto si può imparare dalla ricerca archeologica e dalle comunità dell’età del Bronzo in termini di alimentazione sostenibile. Ce ne parla il gruppo di ricerca che ha portato avanti il progetto.

Nell'immagine: attività di archeologia sperimentale dimostrativa con cottura di una zuppa di lenticchie e una di roveja, con ceramiche riprodotte sperimentalmente sulla base dei reperti ceramici del villaggio dell’età del Bronzo di Via Ordiere a Solarolo (RA).

Pluridecennali ricerche sul campo, condotte da Maurizio Cattani, docente di Preistoria e Protostoria dell’Università di Bologna, e dal suo team, hanno permesso di riconoscere nell’Età del Bronzo il momento in cui si è definito un profondo legame tra la conoscenza del territorio e la sostenibilità della gestione delle sue risorse. Questa caratteristica ha infatti consentito alle comunità dell’epoca di prosperare, dando vita a villaggi sempre più stabili e duraturi nel corso del tempo.