Medici Senza Frontiere (MSF) compie un passo coraggioso,
diventando la prima organizzazione umanitaria ad avviare una politica di
condivisione dei propri dati medici, a vantaggio della ricerca per la salute
pubblica.
MSF ha
recentemente annunciato di voler consentire ai ricercatori l’accesso ai dati
clinici e alla documentazione raccolta nell’ambito dei propri programmi
medico-umanitari. Questa politica mira a incoraggiare il più vasto pubblico
possibile a utilizzare i dati di MSF, pur nel rispetto di rigorosi principi
etici per assicurare la privacy dei pazienti e la riservatezza medica.
“Abbiamo il dovere di assicurare che i dati da noi raccolti possano essere utilizzati per il bene più ampio della salute pubblica”, dichiara Leslie Shanks, membro del gruppo di lavoro MSF che ha contribuito a sviluppare la politica della condivisione dei dati. “Tutto questo è particolarmente importante per le comunità da cui proviene la gran parte dei dati, molte delle quali sono popolazioni dimenticate o difficili da raggiungere a causa di conflitti o di barriere geografiche. Aprendo i dati all’utilizzo di altri esperti, speriamo di stimolare un miglioramento nelle pratiche mediche e umanitarie che potremmo non aver avuto le risorse o la capacità di sviluppare.”
La scelta
si basa su una storia di successi. I precedenti sforzi di condivisione dei dati
da parte di MSF hanno aiutato a validare protocolli di follow up clinico più
breve per la malattia del sonno, e contribuito a definire raccomandazioni
globali per il trattamento della tubercolosi multi-resistente ai farmaci (TB
MDR), che sono diventate la base per la revisione delle linee guida
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per questa malattia.
In
un primo momento il progetto riguarderà i dati MSF relativi al trattamento di
queste malattie, così come dell’HIV, che rappresentano la più ampia mole
di dati clinici e documentali raccolti dall’organizzazione. L’archivio finale è
ancora in fase di sviluppo, ma potranno essere inclusi tutti i dati considerati
adeguati ai fini della politica di condivisione. MSF ha l’ambizione di arrivare
a fornire un pieno e libero accesso ad alcune banche dati, ma la maggior parte
dei dati verrà condivisa attraverso una procedura di accesso regolamentato.
Poiché MSF lavora con popolazioni vulnerabili, questa procedura garantirà che
la sicurezza degli individui e delle comunità coinvolte non venga compromessa.
Rendendo
pubbliche le sue intenzioni, MSF spera di spingere altri attori umanitari a
prendere in considerazione iniziative simili per la condivisione dei dati.
“La
nostra prima motivazione per la raccolta dati e la ricerca è quella di
migliorare la capacità di MSF di fornire aiuti medici di emergenza” dichiara Shanks
“Dobbiamo utilizzare le nostre risorse con accortezza, bilanciando le modalità
con cui raccogliamo i dati e manteniamo la loro qualità, minimizzando gli oneri
per il personale in prima linea nelle azioni di soccorso umanitario. Spero che
questa iniziativa stimolerà sviluppi futuri e incoraggerà l’analisi e la
condivisione responsabile di dati di alta qualità, con il fine ultimo di avere
un impatto sulle condizioni di vita delle popolazioni che ne hanno più bisogno.”
Rendendo
pubbliche le sue intenzioni, MSF spera di spingere altri attori umanitari a
prendere in considerazione iniziative simili per la condivisione dei dati.
“La
nostra prima motivazione per la raccolta dati e la ricerca è quella di
migliorare la capacità di MSF di fornire aiuti medici di emergenza” dichiara Shanks
“Dobbiamo utilizzare le nostre risorse con accortezza, bilanciando le modalità
con cui raccogliamo i dati e manteniamo la loro qualità, minimizzando gli oneri
per il personale in prima linea nelle azioni di soccorso umanitario. Spero che
questa iniziativa stimolerà sviluppi futuri e incoraggerà l’analisi e la
condivisione responsabile di dati di alta qualità, con il fine ultimo di avere
un impatto sulle condizioni di vita delle popolazioni che ne hanno più bisogno.”
Ufficio Stampa MSF Italia
