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Matteo Iannacone tra i migliori ricercatori europei under 40

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Matteo Iannacone, direttore del laboratorio di Dinamica delle Risposte Immunitarie dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, una delle 18 strutture di eccellenza del Gruppo Ospedaliero San Donato, è l’unico scienziato che lavora in Italia scelto per EMBO Young Investigators. Il programma della European Molecular Biology Organization (EMBO) seleziona ogni anno i migliori scienziati europei sotto i 40 anni e li aiuta a portare avanti la loro attività offrendo un supporto finanziario e consentendo loro di entrare a far parte di una rete di eccellenza per la condivisione di studi e scoperte.
Sono molto onorato di ricevere questo prestigioso riconoscimento, ma soprattutto di entrare a far parte di un network di eccellenti giovani ricercatori che credo porterà benefici a tutto il mio laboratorio. Ci tengo a ringraziare i collaboratori che hanno lavorato con me in questi anni e che hanno reso possibile il raggiungimento di importanti risultati” ha dichiarato Iannacone.

Classe 1976, dopo la laurea in Medicina e Chirurgia, la specializzazione in Medicina Interna e un dottorato di ricerca in Immunologia, Iannacone ha lavorato negli Stati Uniti presso lo Scripps Research Institute di La Jolla e la Harvard Medical School di Boston. Nel 2010 è tornato in Italia grazie a un finanziamento della Fondazione Armenise-Harvard. È autore di più di 40 pubblicazioni scientifiche e vincitore di numerosi premi, tra cui uno Starting Grant dello European Research Council e lo Young Investigator Award dalla European Association for the Study of the Liver. Il giovane ricercatore studia il sistema immunitario grazie a tecniche innovative quali la microscopia intravitale multi-fotone. Insieme ai suoi collaboratori ha recentemente compiuto un passo importante nella lotta all’epatite B, svelando come le cellule del sistema immunitario riescano a scovare e a eliminare il virus dell’epatite B dal fegato dell’organismo ospite. 

IRCCS Ospedale San Raffaele
Ufficio stampa



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parete di roccia

Nel cuore delle Alpi, a 2500 metri di quota, si conserva la memoria di un mondo perduto. Pareti quasi verticali di Dolomia Principale, un tipo di roccia sedimentaria, custodiscono migliaia di impronte lasciate 210 milioni di anni fa da dinosauri erbivori che camminavano lungo le rive di un mare tropicale ormai scomparso. Una scoperta eccezionale, avvenuta nel Parco Nazionale dello Stelvio, che apre una finestra senza precedenti sul Triassico europeo e sulla vita sociale dei primi grandi dinosauri.

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