fbpx Lo zampino geologico | Scienza in rete

Lo zampino geologico

Primary tabs

Read time: 2 mins

L'incredibile esplosione di forme di vita del Cambriano potrebbe essere stata una diretta conseguenza dei processi geologici che sono all'origine della cosiddetta Grande Discontinuità.

A suggerirlo in un articolo di Nature sono Shanan Peters (University of Wisconsin-Madison) e Robert Gaines (Pomona College). Secondo i due ricercatori il drastico cambiamento avvenuto nel Cambriano e testimoniato geologicamente dalla netta separazione, nota come Great Unconformity, tra l'antico basamento roccioso e la nuova stratificazione di natura sedimentaria avrebbe avuto una pesante ricaduta sulla composizione chimica degli oceani obbligando gli organismi esistenti a evolvere rapidamente.

Questi cambiamenti nella chimica marina, testimoniati dai dati geologici, sfociarono in una notevole disponibilità di ioni di calcio, potassio, ferro e silicio con i quali dovettero fare i conti gli organismi viventi che allora popolavano il pianeta. La nuova sfida venne prontamente raccolta: i dati fossili confermano che i tre più importanti biominerali (fosfato e carbonato di calcio e biossido di silicio) fecero la loro apparizione quasi simultanea proprio in quell'epoca. Sappiamo inoltre che tutti i moderni tipi zoologici del regno Animale fecero la loro comparsa proprio nel Cambriano quando, in un arco temporale di appena 10 milioni di anni (non a caso si parla di “esplosione cambriana”), la fauna improvvisamente si diversificò.

L'idea suggerita da Peters e Gaines è quella di uno stretto legame tra gli eventi geologici e quelli biologici: sarebbe la formazione della Grande Discontinuità, insomma, ad aver innescato l'esplosione del Cambriano.

University of Wisconsin-Madison

Autori: 
Sezioni: 
Evoluzione

prossimo articolo

La Valle dei dinosauri ritrovata nel Parco dello Stelvio

parete di roccia

Nel cuore delle Alpi, a 2500 metri di quota, si conserva la memoria di un mondo perduto. Pareti quasi verticali di Dolomia Principale, un tipo di roccia sedimentaria, custodiscono migliaia di impronte lasciate 210 milioni di anni fa da dinosauri erbivori che camminavano lungo le rive di un mare tropicale ormai scomparso. Una scoperta eccezionale, avvenuta nel Parco Nazionale dello Stelvio, che apre una finestra senza precedenti sul Triassico europeo e sulla vita sociale dei primi grandi dinosauri.

Prima della formazione delle Alpi, qui esisteva un paesaggio incredibilmente differente. Immaginate una distesa tropicale pianeggiante, lambita dalle acque di un oceano poco profondo e ormai scomparso che oggi chiamiamo Tetide, con un clima che non aveva nulla a che vedere con le vette gelide di oggi. Proprio in questo luogo tanto diverso dall’attualità, 210 milioni di anni fa, il fango soffice ha registrato il passaggio di svariati giganti: si trattava di prosauropodi, dinosauri erbivori dal collo lungo, che si muovevano in branchi lungo le rive di un'antica piattaforma carbonatica.