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Il dono di Alessandro

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Il Nerviano Medical Sciences, il centro di ricerca oncologica più importante in Italia, ha ricevuto una donazione inaspettata e commovente dai genitori di un giovane ricercatore, Alessandro Fedeli Bernardini, venuto a mancare ad aprile. Alessandro, 25 anni, era stato reclutato dal Centro Ricerche di Nerviano nell'ambito di un programma per la formazione di giovani e promettenti ricercatori. Nato ad Ascoli Piceno e laureato nel 2007 in Chimica e Tecnologia Farmaceutica con la votazione massima presso l'Università degli studi di Urbino, Alessandro  aveva iniziato la carriera di ricercatore con grande impegno e convinzione.

Della situazione di difficoltà finanziaria di NMS Alessandro aveva parlato con i genitori, che vivono a Venarotta, Ascoli Piceno. Dopo l'improvvisa scomparsa di Alessandro - seguendone idealmente le volontà - i familiari hanno promosso una raccolta di fondi, tra parenti, amici e conoscenti,  da destinare al Centro Ricerche di Nerviano. 
"Quanto raccolto in memoria di Alessandro verrà utilizzato per acquistare una particolare strumentazione  scientifica, che verrà a lui dedicata, grazie alla quale, presso il Centro Ricerche di Nerviano, potremo contribuire alla scoperta di nuovi farmaci  antitumorali per il trattamento di  pazienti affetti da forme di tumore avanzato non trattabili con i farmaci attualmente disponibili" ha dichiarato il vice presidente Oncology Francesco Colotta.

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Giornata storica il 13 maggio: Vittoria Brambilla e Fabio Fornara di Unimi hanno messo a dimora le prime piantine di riso geneticamente editate TEA (tecniche CRISPR di evoluzione assistita) per resistere a parassiti come il brusone senza usare fitofarmaci, nella campagna pavese di Mezzana Bigli. Si tratta di una sperimentazione, ma in campo aperto, il primo consentito in Italia. Il permesso è fino a fine anno, ma prorogabile in attesa delle nuove regole europee. All'evento erano presenti una piccola folla di amici delle biotecnologie, tra cui spiccano la senatrice a vita Elena Cattaneo e Marco Cappato dell’associazione Luca Coscioni. Era presente anche la giornalista Anna Meldolesi, che firma l'articolo, e il ricercatore CNR Roberto Defez, nella foto insieme a Vittoria Brambilla. Credito foto: Associazione Luca Coscioni.

La rete delimita ventotto metri quadrati di nudo terreno, in mezzo alla campagna pavese. Al suo interno si muove una decina di ricercatrici e ricercatori dell’Università di Milano. Il computer portatile appoggiato a terra mostra lo schema delle parcelle. Un metro viene srotolato per segnare le coordinate sulle zolle.