fbpx HFC-23: Italia maglia nera | Scienza in rete

HFC-23: Italia maglia nera

Primary tabs

Read time: 2 mins

Rilevazioni atmosferiche compiute dall'EMPA, istituto di ricerca svizzero, mostrano che, nonostante le dichiarazioni ufficiali, per quanto riguarda gli idrocarburi alogenati anche in Europa si disattende il Protocollo di Kyoto. E si punta il dito verso l'Italia.

Noto come HFC-23, il trifluorometano è un potentissimo gas serra sulla cui pericolosità tutti concordano, tanto che in tutti i rapporti ufficiali se ne segnala la diminuzione in ossequio alle regole internazionali. Ma uno studio condotto da un team di ricercatori svizzeri dell'EMPA coordinati da Christoph Keller e pubblicato su Geophysical Research Letters ha mostrato che qualcosa non quadra.

Sfruttando lo speciale spettrometro di massa chiamato MEDUSA in dotazione alla stazione di ricerca di Jungfraujoch (alla quota di 3580 metri) e le misurazioni della stazione di rilevazione irlandese di Capo Mace, i ricercatori hanno mostrato l'esistenza di misteriosi picchi di emissione di HFC-23 superiori alla media. La ricostruzione della provenienza grazie all'impiego di modelli di circolazione atmosferica li ha portati a individuare come possibile sorgente una fabbrica nei pressi di Milano. La facilità con cui si è potuto individuare la fonte del trifluorometano è legata al fatto che questo gas è un sottoprodotto tipico delle particolari lavorazioni connesse alla produzione del Teflon e le aziende europee coinvolte in questa produzione si possono contare sulle dita di una mano.

Secondo lo studio, dunque, esisterebbe una notevole differenza tra quanto riportato nelle dichiarazioni ufficiali e la realtà. In Europa la maglia nera per questo particolare inquinante spetterebbe all'Italia, la cui reale emissione di HFC-23 risulterebbe tra le dieci e le venti volte superiore a quanto riportato ufficialmente. Oltre all'Italia, anche Olanda e Gran Bretagna sottostimerebbero la loro produzione di HFC-23, mentre sarebbero molto più aderenti alla reale situazione i rapporti di Francia e Germania.

EMPA - Research paper

Autori: 
Sezioni: 
Canali: 
Luoghi: 
Indice: 
Clima

prossimo articolo

L’Europa è impreparata per affrontare i rischi climatici

Alluvione

Sebbene l’Europa sia il continente che sta registrando i più rapidi aumenti delle temperature a livello globale, al momento è impreparata ad affrontarne le conseguenze. I rischi climatici minacciano molteplici ambiti: sicurezza energetica e alimentare, gli ecosistemi, le infrastrutture, le risorse idriche, la salute dei cittadini. Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente (AEA), molti di questi rischi hanno già raggiunto livelli critici, che potrebbero diventare catastrofici in assenza di interventi rapidi. Il report European Climate Risk Assessment (EUCRA) evidenzia come la combinazione tra i pericoli climatici e i pericoli non climatici accresca complessivamente i rischi economici, sociali e ambientali a cui la collettività è esposta. Inoltre, il report mette in luce i collegamenti tra diversi rischi e la loro capacità di diffondersi sia da un settore a un altro sia da una regione all’altra.

Photo by Kelly Sikkema on Unsplash

Il primo marzo scorso l’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) ha pubblicato i risultati della prima valutazione europea dei rischi climatici, European Climate Risk Assessment (EUCRA). Il report evidenzia che le politiche e gli interventi di adattamento adottate in Europa non procedono con la stessa rapidità con cui stanno evolvendo i rischi climatici.