Una parentesi di leggerezza, un po’ d’ironia e un sorriso non guastano anche nelle occasioni importanti. Il numero 2916 di Topolino, in questi giorni in edicola, è dedicato all'Anno della Chimica. Lo celebra in grande, con una lunga e talvolta esilarante storia a fumetti dal titolo “Qui Quo Qua e la grande storia della chimica dei paperi”. Il testo è di Stefano Ambrosio, laureato in chimica industriale (http://www.topolino.it/autori/4) e i disegni sono di Paolo De Lorenzi, Roberto Vian, Carlo Limido, Antonello Dalena e Marco Gervasio. Si sviluppa in cinque episodi che vanno dalle idee sugli atomi dei filosofi greci fino al polipropilene isotattico che valse il premio Nobel 1963 a Karl Ziegler e Giulio Natta. Chissà come avrebbe reagito l’austero professore del Politecnico di Milano se qualcuno gli avesse detto che un giorno sarebbe finito fra i paperi in una storia dal titolo “Gaston Meneghin e lo Sfornaplastica”? Forse si sarebbe divertito anche lui, perché l’episodio che lo riguarda è davvero un piccolo capolavoro di umorismo intelligente. Non sono certo da meno quelli che raccontano le gesta di Lavoisier, Mendeleev, Kekulé ed altri, inclusi gli inventori delle materie plastiche che precedettero il Moplen. Se si aggiunge che la correttezza dei dati storici, pur con le indispensabili approssimazioni, è ben sorvegliata dal bravo Stefano Ambrosio, bisogna dire che Topolino se l’è cavata nel modo migliore possibile.
La chimica dei paperi
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La Valle dei dinosauri ritrovata nel Parco dello Stelvio

Nel cuore delle Alpi, a 2500 metri di quota, si conserva la memoria di un mondo perduto. Pareti quasi verticali di Dolomia Principale, un tipo di roccia sedimentaria, custodiscono migliaia di impronte lasciate 210 milioni di anni fa da dinosauri erbivori che camminavano lungo le rive di un mare tropicale ormai scomparso. Una scoperta eccezionale, avvenuta nel Parco Nazionale dello Stelvio, che apre una finestra senza precedenti sul Triassico europeo e sulla vita sociale dei primi grandi dinosauri.
Prima della formazione delle Alpi, qui esisteva un paesaggio incredibilmente differente. Immaginate una distesa tropicale pianeggiante, lambita dalle acque di un oceano poco profondo e ormai scomparso che oggi chiamiamo Tetide, con un clima che non aveva nulla a che vedere con le vette gelide di oggi. Proprio in questo luogo tanto diverso dall’attualità, 210 milioni di anni fa, il fango soffice ha registrato il passaggio di svariati giganti: si trattava di prosauropodi, dinosauri erbivori dal collo lungo, che si muovevano in branchi lungo le rive di un'antica piattaforma carbonatica.