fbpx Centaurus oltre l'immaginazione | Scienza in rete

Centaurus oltre l'immaginazione

Primary tabs

Read time: 2 mins

centaurusBenchè la celebrazione dell'anno internazionale dell'astronomia si rifaccia esplicitamente al quattrocentesimo anniversario dell'invenzione del telescopio - o meglio, dell'utilizzo astronomico del cannocchiale che ne fece Galileo - non dobbiamo dimenticare che gran parte dei fenomeni astronomici non sono accessibili al nostro occhio. E non solamente per una banale questione di distanza.
Ce lo ricorda molto bene la fantastica immagine della galassia Centaurus A rilasciata in questi giorni dai radioastronomi del CSIRO (Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation). Si tratta dell'immagine radio più dettagliata di questa galassia mai ottenuta finora ed è il frutto di 1.200 ore di osservazione con le antenne dell'Australia Telescope Compact Array (più altre 10 mila ore di lavoro per elaborare i dati raccolti).
Centaurus A si trova a 14 milioni di anni luce di distanza e ospita nelle sue regioni centrali un buco nero la cui massa è cinquanta milioni di volte quella del Sole. A questo mostro e alla sua incredibile attività si deve la formazione di immensi getti di particelle cariche sospinti fin nelle profondità dello spazio. Il fatto che Centaurus A sia la galassia più vicina che presenta tali caratteristiche giustifica ampiamente l'incredibile interesse che gli astronomi nutrono per tale galassia.
Ebbene, se i nostri occhi fossero in grado di vedere le onde radio, lo spettacolo che potremmo osservare lascerebbe senza fiato: il bagliore radio che avvolge Centaurus A, infatti, finirebbe con l'occupare in cielo un'area pari a 200 volte quella della Luna piena. Niente male per una galassia che in un binocolo si presenta come una semplice macchiolina lattiginosa attraversata da una fascia scura.

Fonte (CSIRO): http://www.csiro.au/news/Centaurus-A.html
Link (Wikipedia): http://en.wikipedia.org/wiki/Centaurus_A

Autori: 
Sezioni: 
Astronomia

prossimo articolo

Alimentazione sostenibile: imparare dalla preistoria

Dimostrazione cottura preistorica

Il progetto  Onfoods in prehistory ha voluto comprendere e ricostruire l’eredità di una agricoltura sostenibile nata nella preistoria, migliaia di anni, fa e in grado oggi di rappresentare un modello di riferimento. E lo ha fatto con particolare attenzione alla condivisione di questi valori con un pubblico più ampio possibile, sottolineando quanto si può imparare dalla ricerca archeologica e dalle comunità dell’età del Bronzo in termini di alimentazione sostenibile. Ce ne parla il gruppo di ricerca che ha portato avanti il progetto.

Nell'immagine: attività di archeologia sperimentale dimostrativa con cottura di una zuppa di lenticchie e una di roveja, con ceramiche riprodotte sperimentalmente sulla base dei reperti ceramici del villaggio dell’età del Bronzo di Via Ordiere a Solarolo (RA).

Pluridecennali ricerche sul campo, condotte da Maurizio Cattani, docente di Preistoria e Protostoria dell’Università di Bologna, e dal suo team, hanno permesso di riconoscere nell’Età del Bronzo il momento in cui si è definito un profondo legame tra la conoscenza del territorio e la sostenibilità della gestione delle sue risorse. Questa caratteristica ha infatti consentito alle comunità dell’epoca di prosperare, dando vita a villaggi sempre più stabili e duraturi nel corso del tempo.