fbpx Cancro: screening con i batteri? | Scienza in rete

Cancro: screening con i batteri?

Primary tabs

Read time: 1 min

Secondo uno studio ad opera dei ricercatori della University of North Carolina (UNC), un’alterazione nella composizione batterica a livello intestinale potrebbe essere associata allo sviluppo del cancro al colon.

La ricerca, pubblicata dalla rivista Gut Microbes, ha preso in esame le biopsie di 45 pazienti sottoposti a colonscopia. Analizzando la flora batterica presente nei reperti, i ricercatori hanno evidenziato una netta differenza nella composizione batterica tra le persone che presentavano la malattia negli stadi iniziali rispetto a quelle sane. In particolare, i batteri più abbondanti trovati nei malati rispetto ai sani sono quelli appartenenti al gruppo dei Proteobatteri, come il noto microrganismo Escherichia coli.

L’ultimo step prima che le nuove analisi possano diventare metodo di screening è verificare se le differenze nella composizione batterica siano riscontrabili anche nelle feci. Se fosse realmente così, è possibile pensare uno screening di massa, poco invasivo rispetto alla colonscopia, che valuti la presenza di questi microrganismi in modo da diagnosticare l’eventuale tumore in maniera precoce e aumentare così la sopravvivenza a questo temibile nemico.

 Gut Microbes, 2010; 1 (3)

Autori: 
Sezioni: 
MEDICINA

prossimo articolo

Come cominciano i terremoti

faglia di terremoto

Analizzando i primi secondi delle onde P, le prime a essere registrate dai sismometri durante un terremoto, un gruppo di ricercatori ha mostrato che è possibile stimare la magnitudo del terremoto. Il loro risultato si aggiunge al lungo dibattito sulla natura deterministica dei fenomeni di rottura all’origine dei terremoti e dunque sulla loro prevedibilità e ha implicazioni per i sistemi di allerta sismica precoce.

Nell'immagine due geologi dell'USGS misurano una rottura di faglia causata dai terremoti di Ridgecrest in California nel 2019. Foto di Ben Brooks/USGS (CC0).

È possibile prevedere la magnitudo di un terremoto osservando le onde sismiche nei loro primissimi istanti? Gli scienziati dibattono da decenni intorno a questa domanda, che è centrale per la progettazione dei sistemi di allerta sismica precoce.

Uno studio pubblicato recentemente da un gruppo di sismologi dell'Università di Napoli Federico II mostra che è possibile, analizzando circa 7000 mila onde sismiche relative a 200 terremoti avvenuti in tutto il mondo con magnitudo tra 4 e 9.