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Autismo e vaccini: c'è frode

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Non è stato solo un clamoroso errore quello in cui è incappato nel 1998 Andrew Wakefield, quando pubblicò sulla rivista Lancet uno studio che identificava il vaccino trivalente contro morbillo, parotite e rosolia come una delle possibili cause scatenanti l'autismo. Una ricerca, quella di Wakefield, che fece parecchio scalpore e che fu vera e propria benzina sul fuoco per i movimenti no-vaccino, diffusi in tutto il pianeta. Negli anni successivi si sono susseguite prove sempre più convincenti della falsità di quei risultati, ottenuti con una metodologia molto discutibile su una manciata di casi clinici.

Ma nonostante ciò, negli anni successivi la pubblicazione dei risultati, si verificò un netto calo del numero di bambini vaccinati. E l'ombra del sospetto non è del tutto svanita dall'opinione pubblica neppure dopo che la stessa rivista Lancet, a febbraio dell'anno scorso, ritrattò ufficialmente l'articolo. Dopo ben 13 anni la polemica si è riaccesa: dalle pagine del British Medical Journal il giornalista lancia a Wakefield un'accusa ben più grave: il caso non sarebbe derivato da un errore in buona fede, ma dalla volontà di trarre fama e denaro da un inganno ben costruito. Wakefield avrebbe alterato i dati clinici presenti nelle cartelle e presentato come sani bambini che già prima di essere vaccinati avevano mostrato chiari problemi di sviluppo.

BMJ editoriale

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Come cominciano i terremoti

faglia di terremoto

Analizzando i primi secondi delle onde P, le prime a essere registrate dai sismometri durante un terremoto, un gruppo di ricercatori ha mostrato che è possibile stimare la magnitudo del terremoto. Il loro risultato si aggiunge al lungo dibattito sulla natura deterministica dei fenomeni di rottura all’origine dei terremoti e dunque sulla loro prevedibilità e ha implicazioni per i sistemi di allerta sismica precoce.

Nell'immagine due geologi dell'USGS misurano una rottura di faglia causata dai terremoti di Ridgecrest in California nel 2019. Foto di Ben Brooks/USGS (CC0).

È possibile prevedere la magnitudo di un terremoto osservando le onde sismiche nei loro primissimi istanti? Gli scienziati dibattono da decenni intorno a questa domanda, che è centrale per la progettazione dei sistemi di allerta sismica precoce.

Uno studio pubblicato recentemente da un gruppo di sismologi dell'Università di Napoli Federico II mostra che è possibile, analizzando circa 7000 onde sismiche relative a 200 terremoti avvenuti in tutto il mondo con magnitudo tra 4 e 9.