Le analisi di laboratorio hanno confermato che una piccola incisione raffigurante un proboscidato rinvenuta su un osso di 13 mila anni fa è la prima testimonianza di questo tipo scoperta in territorio americano.
Scoperta in Florida qualche tempo fa da un cercatore amatoriale di fossili, la schematica rappresentazione di quell'elefante lunga 7,5 centimetri e alta poco più di quattro poteva essere un reperto davvero storico. Si poteva infatti trattare della prima – e unica – raffigurazione di un grosso erbivoro con proboscide a noi pervenuta dovuta all'estro artistico di un abitante del continente americano durante l'era glaciale. Ma poteva anche rivelarsi una colossale bufala.
Barbara Purdy
(Dipartimento di Antropologia dell'Università della Florida) e i
suoi collaboratori hanno dunque sottoposto il reperto ad accurate
indagini di laboratorio pubblicando i risultati sul Journal of
Archaeological Science.
L'analisi microscopica ha
mostrato una continuità nella colorazione tra la zona incisa e
quella circostante, segno che entrambe le superfici hanno subito un
processo di invecchiamento identico. I ricercatori, inoltre, non
hanno rinvenuto alcuna traccia di particelle metalliche riconducibili
a eventuali utensili disponibili in epoche più recenti.
L'autenticità del reperto sarebbe dunque fuori discussione e confermerebbe che durante l'era glaciale alcune popolazioni americane vivevano a contatto e presumibilmente cacciavano elefanti o mastodonti. Una teoria sostenuta da decenni dal geologo Elias Howard Sellards, ma finora sempre contestata.
