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Scienziati e Ministri d’Italia

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Maria Chiara Carrozza, laureata in fisica, docente di bioingegneria e già rettore S. Anna di Pisa – una delle scuole di eccellenza italiane – è certo la prima ricercatrice nella storia d’Italia a essere nominata Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Ma non è la prima persona che sa di scienza a dirigere la politica della ricerca e dell’istruzione in Italia.
Anzi, contrariamente a quanto si pensa, gli scienziati chiamati a tirare le fila della politica della ricerca e/o dell’istruzione nel nostro Paese sono tanti. Solo alcuni, però, si sono mostrati più bravi dei ministri non esperti.

È certamente da annoverare tra quelli di provenienza scientifica il ministro uscente, Francesco Profumo. Non solo perché è laureato in ingegneria elettrotecnica, ma anche perché ha insegnato questa materia al Politecnico di Torino, dove è stato anche rettore. Inoltre Profumo è stato, sia pure per poco tempo, presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
In qualche modo legato alla scienza è stato anche Ortensio Zecchino, che ha guidato il Ministero dell’Università e della Ricerca per ben tre volte: dal 1998 al 2001, nel primo e nel secondo governo D’Alema e poi nel secondo governo Amato. È vero che Ortensio Zecchino è di professione uno storico, ma è anche presidente di Biogem, un Istituto di Ricerche Genetiche. Non è uno scienziato naturale, ma certo è un manager della ricerca.
E non è forse un ricercatore, sia pure in una materia umanistica, Tullio De mauro, il nostro massimo linguista, che nel medesimo governo Amato II ha diretto il Ministero dell’Istruzione?
Uno scienziato – e che scienziato – è certamente Giorgio Salvini, ministro dell’Università e della Ricerca negli anni del governo Dini (1995 e 1996). Salvini è una delle figure di maggior spicco della fisica italiana del dopoguerra.
Ma uno scienziato di vaglia era certamente anche Umberto Colombo, chimico, dirigente dell’Istituto di ricerca Donegani, ricercatore in Montedison, presidente dell’ENEA e tra i massimi esperti di energia del nostro paese. Colombo è stato Ministro dell’Università e della Ricerca durante il governo Ciampi (1993/1994). 

Ma siamo certi di non offendere nessuno se diciamo che i tre uomini di scienza che hanno fatto meglio in tema di istruzione e ricerca appartengono a un passato più remoto.

Il più vicino a noi è stato Antonio Ruberti, Ministro dell’Università e della Ricerca Scientifica fra il 13 aprile 1988 e il 28 giugno 1992 nei governi di De Mita e Androetti. Ruberti va ricordato per svariati motivi. Per l’autonomia dell’università e degli Enti pubblici di ricerca. Per la diffusione della cultura scientifica (attività che ancora oggi è finanziata con la “legge Ruberti”). Per aver creato il ministero dell’università e della ricerca. Ma Ruberti va ricordato soprattutto perché, in Italia come in Europa (è stato Commissario alla Ricerca dell’Unione), è stata la persona che forse più di ogni altra nel nostro paese e nel nostro continente ha avuto chiaro il ruolo sia culturale sia economico della scienza nell’era della conoscenza. Si è battuto per lo “spazio comune della ricerca” in Europa, nella convinzione, più che mai attuale, che la scienza sia parte decisiva dell’identità europea. Appartiene al suo passato e non può non appartenere al suo futuro.

Andando indietro nel tempo troviamo un altro fisico che è stato importante Ministro dell’Istruzione nel governo Bonomi I (1921-1922): Orso Mario Corbino. Il siciliano di Augusta ha svolto importanti ricerche nell’ambito dell’ottica e del magnetismo, prima di diventare senatore e di dirigere il ministero dell’istruzione. Sebbene non fosse fascista e non si sia mai iscritto al partito fascista, fu nominato da Mussolini Ministro dell’Economia Nazionale negli anni 1923 e 1924. Orso Mario Corbino è stato il grande protettore di Enrico Fermi e dei ragazzi di via Panisperna che tra il 1934 e il 1938 fecero di Roma il luogo più avanzato al mondo nella nuova fisica nucleare.

Ma un grande fisico (anche se la sua laurea è in matematica) e un grande politico è stato soprattutto Carlo Matteucci, Ministro della Pubblica Istruzione nel 1862, col governo Rattazzi. Come scienziato va ricordato soprattutto per il suo contributo alla formulazione della teoria dell’elettrolisi e agli studi in generale sull’elettromagnetismo (tra l’altro fu pioniere della sperimentazione in Italia del telegrafo). Ma la sua fama era tale che uno dei più grandi fisici dell’Ottocento, James C. Maxwell, imparò l’italiano per poter corrispondere con lui. Come Ministro dell’Istruzione fu autore di una riforma della scuola che, grazie a lui, divenne effettivamente italiana. Proponendo un’organizzazione e un insegnamento omogenei in tutto il paese neonato. Forse nessuno ha fatto più di lui per “fare gli italiani” dopo che Garibaldi ebbe “fatta l’Italia”.
Nessun dubbio che oggi il paese ha bisogno di ministri con le conoscenze tecniche e le capacità politiche di Matteucci, Corbino o Ruberti.

Auguri, Maria Chiara Carrozza.

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