fbpx L’affaire neutrino nel dialogo tra scienza e società | Scienza in rete

L’affaire neutrino nel dialogo tra scienza e società

Primary tabs

Read time: 5 mins

Nella storia della fisica moderna, il neutrino è una delle particelle elementari che ha prodotto il maggior numero di ipotesi teoriche ed esperimenti controversi, a partire dalla misura della sua massa fino al problema dei neutrini solari. Nel settembre del 2011, nel corso dell’esperimento OPERA, il neutrino è stato protagonista ancora una volta di un risultato in apparenza inspiegabile. Come è ormai noto, durante l’esperimento, avviato per studiare il problema dell’oscillazione di neutrino analizzando nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso il fascio di neutrini prodotto dal Super Proton Synchrotron del Cern di Ginevra, è risultato a un certo punto che il neutrino fosse in grado di viaggiare a velocità superiore a quella della luce. La notizia ha avuto un enorme risalto sui media, finché gli stessi ricercatori di OPERA non hanno annunciato a febbraio 2012 di aver trovato un possibile errore nella misura. La storia dell’affaire neutrino è stata già ricostruita altrove (vedi anche qui e qui). In quest’articolo analizziamo l’impatto mediatico della notizia usando come riferimento Repubblica.it, il maggior sito di informazione italiano secondo Nielsen Netratings. L’articolo è tratto da una ricerca in corso di pubblicazione (qui si può scaricare il preprint).

Nei comunicati e nelle dichiarazioni del Cern, così come nel seminario di presentazione del risultato, erano indubitabilmente presenti almeno dal punto di vista verbale sia la volontà di non interpretare il risultato (e in particolare di non interpretarlo in termini di eventuale rivisitazione della teoria della relatività di Einstein) sia la consapevolezza di possibili errori nella misura, sfuggiti per il momento all’attenzione degli sperimentatori. Vediamo invece che i media recepiscono la notizia diversamente.

Analizziamo gli articoli sul tema apparsi sul quotidiano on line Repubblica.it tra il 22 e il 25 settembre 2011. La ricerca è stata effettuata inserendo la chiave “neutrino oppure neutrini” nel motore di ricerca del sito. Come spiegheremo nel seguito, sono stati omessi dalla lista articoli in cui compare il termine “neutrino” ma che non si riferiscono alla notizia della misura di OPERA. In Tab. 1 sono riportate date e titoli dei 10 articoli trovati.

Tab. 1 – Articoli di Repubblica.it contenenti la parola neutrino al singolare o al plurale pubblicati tra il 22 e il 25 settembre 2011

Malgrado il tono prudente dei fisici del Cern, la necessità di “fare notizia” induce i giornalisti a concentrarsi quasi unicamente sulle possibili prospettive “rivoluzionarie” della misura, anziché sul ruolo “interlocutorio” del risultato, in attesa di interpretazione e/o di smentita. I due approcci sono riconoscibili nei titoli e sottotitoli degli articoli dalle espressioni riportate in Tab. 2.

Tab. 2 – Espressioni riferibili una prospettiva “rivoluzionaria” o “interlocutoria” in titoli e sottotitoli (in corsivo) degli articoli della Tab. 1

Si noti come nei 10 titoli compaia ben 4 volte la parola “Einstein”. Da un’analisi delle occorrenze nei testi degli articoli, risulta che “Einstein” compare 20 volte ed è l’ottava parola più comune (la prima è neutrino/neutrini con 39 occorrenze; “Ereditato”, il portavoce di OPERA, compare 23 volte). Numerose ricerche indicano Einstein come lo scienziato dal nome più conosciuto, e il ruolo particolare della parola “Einstein” nella comunicazione della scienza è stato più volte sottolineato. In questo caso è inevitabile che la sua presenza sia associata alla notizia della possibile violazione della sua teoria, pur espressamente rifiutata nei comunicati del Cern.

Come si può ricavare utilizzando il motore di ricerca di Repubblica.it, riferimenti ai neutrini e al tunnel del Cern compaiono nei giorni seguenti in articoli di ogni ambito, anche in seguito alla risonanza in rete dell’errore del comunicato del Ministero. La parola “neutrino” si può trovare anche in articoli di sport e spettacoli, perfino in un commento calcistico si trova l’espressione “veloce come i neutrini”.

Per quantificare l’impatto della notizia sull’opinione pubblica osserviamo il numero di articoli pubblicati ogni anno su Repubblica.it che contengono la parola “neutrino”, al singolare o al plurale. Questi numeri, riportati in Tab. 3, mostrano un’impennata nel 2011, con ben 164 articoli (contro la media di 6.5 dei quattro anni precedenti), tutti pubblicati dopo il 22 settembre.

Tab. 3 – Numero di articoli contenenti la parola “neutrino” al singolare o al plurale in diverse annate di Repubblica.it. Il 2012 è considerato fino al 30 giugno, pochi giorni prima dell’annuncio del Cern relativo al bosone di Higgs

Sottolineiamo inoltre che, dal 1 gennaio 2007 al 21 settembre 2011, i pochi articoli contenenti la parola “neutrino” erano tutti riferiti a notizie su esperimenti di fisica. La stessa analisi, dettagliata sui mesi, produce un’interessante grafico (Fig. 1). 

Fig. 1 – Numero di articoli contenenti la parola “neutrino” al singolare o al plurale apparsi su Repubblica.it tra agosto 2011 e settembre 2012.

In Fig. 1 possiamo vedere tre diverse “ondate”: la prima è riferita alla notizia pubblicata dal Cern il 22 settembre, che viene ribadita il 18 novembre con un ulteriore comunicato che annuncia un esperimento di conferma la prima misura. La seconda si riferisce alla notizia del possibile errore, pubblicata dal Cern del 23 febbraio, e si vede chiaramente dal grafico come sia di intensità nettamente inferiore alla precedente. La terza, di entità ancor più modesta, è associata al comunicato dell’8 giugno del dirigente di ricerca Bertolucci in cui si conferma che dopo la messa a punto dell’apparato sperimentale tutti gli esperimenti producono una velocità dei neutrini consistente con la velocità della luce. Due osservazioni conseguono da quest’analisi:

1. ancora una volta, si constata che le “smentite” fanno meno notizia delle “scoperte”, il che pone peraltro alcuni problemi epistemologici oltre che di comunicazione. 

2. il neutrino produce zero articoli ad agosto 2011 e torna a produrne zero a settembre 2012: è possibile che senza questo “incidente” i neutrini non sarebbero mai comparsi su questo giornale. 


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Abbiamo diritto alla pace

Il diritto internazionale umanitario nei conflitti armati nasce ufficialmente nel 1864. Il giurista Lorenzo Gagliardi sostiene che la scienza giuridica è una disciplina che elabora il diritto in modo tale che l’interpretazione delle norme sia compiuta attraverso procedure logiche verificabili in ogni passaggio. Tutt'oggi, però, nessuna scienza sfugge a questa definizione più di quella del diritto umanitario.

In copertina: Minerva protegge la Pace da Marte, Rubens (1629). Crediti: Wikimedia Commons

Il 20 luglio 2023, il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha pubblicato il documento Una nuova agenda per la pace, che sollecitava gli Stati membri a lavorare per «Raggiungere l’universalità dei trattati che vietano le armi inumane e indiscriminate».

Vox clamantis in deserto: di lì a pochi mesi sarebbe giunta l'ennesima conferma che nel terzo millennio le guerre ancora spingono la loro crudeltà ben oltre il raggiungimento degli obiettivi militari, come hanno sempre fatto fin dal passato più remoto.