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Ultimi dati OSMED: l'insostenibile pesantezza dei farmaci

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L'Italia spende per il settore farmaceutico quasi il 2% del pil, e circa il 18% di quanto spende per la sanità. Numeri che crescono in maniera sensibile anche da un anno all'altro, come mostra l'ultimo rapporto OSMED, presentato da AIFA qualche giorno fa. Nel 2015 la spesa farmaceutica a livello nazionale è aumentata dell'8,6% rispetto al 2014, toccando i 28,9 miliardi di euro. Il 76% di questa spesa è rimborsata dal Servizio Sanitario Nazionale e il 14% è compartecipata dal cittadino. L'aumento della spesa riflette anche un aumento dei consumi: nel 2015 in media è come se ognuno di noi – bambini, adulti e anziani – avesse consumato quasi 2 dosi di farmaco ogni giorno. Sempre in questi giorni però AIFA ha pubblicato anche il monitoraggio dei primi due mesi del 2016, che mostra una recessione della spesa farmaceutica ospedaliera. Un rosso complessivo - sottolinea il Sole 24 Ore -  di 340,9 milioni di euro.

Consumiamo sempre più farmaci

 

A farla da padrone sono i medicinali per il sistema cardiovascolare - che sono i più consumati ma non la categoria che pesa di più in termini di spesa - seguiti dai farmaci dell'apparato gastrointestinale e del metabolismo, dai farmaci del sangue e organi emopoietici e da quelli per il sistema nervoso centrale. Complessivamente inoltre, nel corso del 2015 – riporta AIFA - sono stati immesse sul mercato 647 specialità medicinali e altre 644 sono state le richieste di approvazione per la messa in commercio, anche se il 2015 ha visto anche un notevole aumento del consumo di farmaci cosiddetti equivalenti e con brevetto scaduto: il 70% delle dosi di medicinali assunte nel 2015 appartengono infatti a questa categoria.

Si spende sempre di più

La spesa territoriale pubblica ammonta a oltre 13 miliardi di euro, segnando un +13,1% rispetto al 2014 e quella per i farmaci acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche, con i suoi 11,2 miliardi di euro, ovvero 184,3 euro pro capite, ha visto un incremento addirittura del 24,5% rispetto al 2014, fondamentalmente in ragione dell'introduzione dei farmaci innovativi ad alto costo ed in particolare dei nuovi farmaci ad azione antivirale diretta di seconda generazione (DAAs) per la cura dell’epatite C cronica.

Un trend in enorme crescita rispetto al 2004: undici anni fa si consumavano in assistenza convenzionata 764 dosi giornaliere di medicinali ogni mille abitanti, oggi ne consumiamo 1.115. In breve nel 2015 la spesa pubblica è ammontata a 220,4 euro pro capite, la spesa farmaci acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche a 184,3 euro pro capite, così come è in netto aumento anche la spesa farmaceutica a carico del cittadino, pari a 8,3 miliardi di euro. In realtà le differenze sono ancora molto profonde come classi di età: secondo quanto riportato, un over 65 costa al SSN in termini di medicinali circa 6 volte di più rispetto a una persona più giovane.

Boom dei farmaci a brevetto scaduto ed equivalenti, ma non al sud

Un aspetto determinante per la spesa pubblica è rappresentato dall'uso di farmaci con brevetto scaduto, che rappresentano il 70% dei consumi. Un 70% che abbraccia un 48% dei cosiddetti “ex-originators”, che sono appunto i farmaci a brevetto scaduto, e un 21,8% composto dai farmaci equivalenti. Sia che prendiamo i dati relativi all'assistenza convenzionata che quelli delle strutture pubbliche l'incremento nell'uso di questi farmaci è evidente: dal 56% del 2011 al 75% del 2015 nell'assistenza convenzionata e dal 13,6% al 27% nelle strutture sanitarie pubbliche.

Non dappertutto però le cose vanno allo stesso modo: la mappa del consumo di questo gruppo di farmaci mostra un gradiente molto ben definito fra nord e sud quanto a percentuale di farmaci equivalenti utilizzati sul totale dei medicinali a brevetto scaduto. In media al sud le strutture pubbliche fanno uso di farmaci equivalenti circa la metà rispetto al nord e di conseguenza la spesa per questo tipo di farmaci – meno costosi – è assai più bassa.

 

 

 

Il peso dei farmaci per l'Epatite C

Infine, una voce di spesa rilevante nel 2015 è quella relativa ai farmaci ad azione antivirale diretta di seconda generazione, i cosiddetti DAAs, di cui AIFA ha avviato il disegno dei registri nel dicembre 2014, e per questo, l'analisi dei costi e dei consumi di questa classe di farmaci rappresenta dunque una novità del Rapporto OsMed. Il risultato è che nel corso del 2015 si sono registrati 31.069 nuovi trattamenti avviati con i nuovi DAAs, per un totale di 1,7 miliardi di euro di spesa a carico del SSN e 7,3 milioni di dosi di farmaco giornaliere, che pesano per il 7,8% sulla spesa del SSN. 


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