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Un successo per la comunità scientifica internazionale

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I risultati presentati oggi dagli esperimenti ATLAS e CMS al CERN rappresentano un passo in avanti di straordinaria importanza per la conoscenza dell'Universo. La scoperta del bosone di Higgs è il culmine di una ricerca in corso da più di quattro decenni per dimostrare la validità' della teoria nota come Modello Standard della fisica delle particelle. Questa teoria si colloca nel solco di un grande e potente quadro unificato delle forze fondamentali esistenti in Natura, e corona un percorso cominciato dall’unificazione dei moti terrestri e celesti nella Gravitazione Universale di Newton e proseguito poi con l’unificazione di forze elettrica e magnetica nell’Elettromagnetismo di Maxwell. Il bosone di Higgs nell’ambito del Modello Standard ci permette di giustificare l’esistenza e la dinamica dei costituenti fondamentali della materia, grazie alla sua scoperta è stato compiuto un passo gigantesco nella comprensione dei grandi principi geometrici di Simmetria che regolano la dinamica dell’Universo.

La prova dell’esistenza del bosone di Higgs diviene il punto di inizio di una nuova ed entusiasmante avventura e ci pone davanti ad alcune delle domande più profonde della fisica. È una ricerca di verità' ancora avvolte nelle nebbie che circondano un vastissimo intervallo di scale di energia, da quella che possiamo sondare con i nostri acceleratori di particelle, di cui il LHC è l'esemplare più' potente e vanto della tecnologia europea, a quella della scala di Planck (dieci milioni di miliardi di volte più elevata) che costituisce probabilmente il limite estremo della conoscenza. 

Esperimenti come ATLAS e CMS sono il frutto di grandi collaborazioni internazionali, che hanno scelto il CERN di Ginevra per poter compiere questi studi alla frontiera della conoscenza e della tecnologia. La componente italiana in questi esperimenti, nel personale dell'acceleratore e nella direzione del CERN è importante e molto qualificata (Fabiola Gianotti portavoce di ATLAS, Guido Tonelli portavoce emerito di CMS, Sergio Bertolucci direttore di ricerca del laboratorio) e il contributo dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare è stato decisivo nella costruzione e nella messa in opera di parti cruciali dei rivelatori.

Questa scoperta è anche il frutto dell'Eccellenza della ricerca italiana in questo campo e dell’entusiatico contributo di tanti giovani ricercatori a tutte le diverse fasi di questa impresa. Le tecnologie di frontiera impiegate negli esperimenti LHC sono state, sono e saranno il punto di partenza per realizzare apparecchiature innovative quali ad esempio la Tomografia a Elettroni Positroni (PET) ed i magneti ad alto campo delle Risonanze a Immagini, contribuendo quindi a costruire una Società Migliore, come fortemente indicato e voluto dalla Comunità Europea. L’altro grande elemento di connubio tra scienza di base e sue applicazioni, il trasferimento tecnologico all’industria, viene pienamente realizzato nell’avventura di fisica a LHC che ha visto protagonista il nostro Paese. La tecnologia di punta utilizzata nell'acceleratore e negli apparati sperimentali ha richiesto un grande sforzo competitivo da parte della nostra industria che è riuscita ad aggiudicarsi molte delle commesse del CERN per LHC e, spronata ad operare in un ambiente di tecnologie di punta, ha aumentato in modo molto significativo la competitività Industriale del nostro paese. 

Premio giovani ricercatrici e ricercatori


Il Gruppo 2003 per la ricerca scientifica indice la quarta edizione del "Premio giovani ricercatrici e ricercatori edizione 2025" per promuovere l'attività di ricerca e richiamare l'attenzione delle istituzioni e dell'opinione pubblica sulle nuove generazioni di scienziate e scienziati.



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Condannata la Francia per la morte da alghe verdi: ecco cosa è successo

Le alghe verdi nella baia di St Brieuc

Una tragedia sulle spiagge della Bretagna ha scoperchiato un caso di inquinamento ambientale e silenzi istituzionali durato decenni. L’8 settembre 2016 un uomo viene ritrovato morto su una spiaggia del comune di Hillion, e la sua morte è attribuita a cause naturali; ma, dopo una serie di indagini approfondite, si scopre che è legata alla presenza di alghe nella zona, al gas che hanno generato e soprattutto all’agricoltura e agli allevamenti intensivi. Questa vicenda ha portato la giustizia francese a riconoscere per la prima volta la responsabilità dello Stato.

In copertina: Le alghe verdi nella baia di St Brieuc, in Bretagna. Crediti immagine: Denis Brothier/Flickr. Licenza: CC BY-NC-SA 2.0

Jean-René Auffray era un cinquantenne che abitava lungo la costa bretone, appassionato di jogging e in ottima salute. L’8 settembre 2016 è uscito a correre come al solito, ma non ha  più fatto ritorno. Il suo corpo è stato ritrovato vicino alla foce del fiume Gouessant, nel comune di Hillion, e più precisamente nella baia di Saint-Brieuc, che si affaccia sul golfo di Saint-Malo: giaceva in mezzo al fango, circondato da tonnellate di alghe verdi che tappezzavano la spiaggia e il mare fin dall’inizio della primavera.