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L'impatto dell'emergenza climatica sulla salute

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La COP 26 di Galsgow ha adombrato - ma non affrontato come si sarebbe dovuto - il tema delle conseguenze della crisi climatica sulla salute pubblica, e del ruolo cruciale dei co-benefici (riduzione dell'inquinamento, cambiamenti nella dieta, mobilità attiva etc.) nella lotta ai cambiamenti climatici. Ne abbiamo parlato con Marina Romanello, direttrice scientifica dell'iniziativa "Lancet Countdown" dell'University College di Londra (UCL). Oltre al Rapporto 2021 Lancet Countdown dedicato a clima e salute, Romanello è fra i co-autori del rapporto dell'Istituto superiore di sanità "Mitigazione del cambiamento climatico e prevenzione della salute in Italia: la politica dei co-benefici".

Intervista di Luca Carra.

 


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Ancora qualche considerazione sulla COP30

Torniamo sulla COP30 di Belém, attesa come la “COP della verità”, che ha mostrato limiti e possibilità del negoziato climatico: come commenta Stefano Nespor, poche novità su fossili e foreste, ma nuovi strumenti di sostegno ai Paesi vulnerabili, l’avvio della Belem Mission e un segnale forte a difesa del multilateralismo.

Da lunedì 10 novembre a sabato 22 novembre 2025 si è tenuta a Belém, in Brasile, la COP30. Hanno partecipato circa 50.000 persone. Meno dei 70.000 presenti alla COP28 di Dubai, più dei 25.000 presenti l’anno precedente alla COP29 di Baku (sede non tra le più felici, anche a causa delle tensioni geopolitiche in quel periodo). Un numero ragguardevole, tenuto conto che Belem si trova nel cuore della foresta amazzonica in Brasile e notevoli erano le difficoltà logistiche da affrontare.