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Ecco come vaglia il merito la Cariplo

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Un altro passo verso la buona valutazione della ricerca. Viene sempre dal settore privato, e si tratta della Fondazione Cariplo. Dopo che Telethon ha aperto la strada, importando il sistema di peer-review ispirato ai National Institutes of Health degli Stati Uniti, considerato il migliore al mondo, il modello meritocratico e imparziale sta prendendo piede tra le “funding agencies” private.

La Fondazione Cariplo, nata ufficialmente nel 1991, rappresenta la continuazione storica della Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, istituita a Milano nel 1823 con finalità filantropiche e opera in quattro settori: Ambiente, Arte e Cultura, Ricerca Scientifica e Servizi alla Persona. La sua attività si basa sui redditi derivanti dalla gestione del patrimonio, valutato in circa 6,36 miliardi di euro, che le consentono di destinare circa 190 milioni di euro all’anno alle erogazioni per gli enti nonprofit.

La selezione dei progetti da finanziare riveste un’importanza strategica straordinaria per tutte le charity e anche Fondazione Cariplo, almeno nell’ambito del settore della Ricerca Scientifica, ha messo in piedi negli ultimi anni un sistema di valutazione ex-ante con l’intento di garantire che i soldi investiti producano valore e rendimento scientifico. La recente pubblicazione “Selezione dei progetti e rilevanza scientifica dei risultati” analizza i risultati ottenuti per verificare ex-post che gli investimenti siano stati produttivi in termini scientifici.

Il processo di selezione in Fondazione Cariplo opera secondo modalità meritocratiche affinate negli anni anche grazie a un confronto con altre realtà nazionali ed internazionali, e prevede un bando, una prima fase di verifica da parte dell’Ufficio Scientifico che esamina l’ammissibilità e la coerenza al bando, e una seconda fase affidata a revisori esterni, la vera e propria fase di peer-review.

Nel bando 2010, ad esempio, sono stati coinvolti circa 200 revisori, stranieri o italiani che ricoprono da oltre 10 anni posizioni strutturate all’estero per ovviare a monte a possibili conflitti di interesse. Ogni progetto è assegnato a tre revisori indipendenti che lavorano in remoto e inviano le loro valutazioni scritte sulla base di criteri precisi, che hanno pesi diversi nella composizione del punteggio finale. Fondazione Cariplo ha infatti messo in piedi un particolare sistema per l’elaborazione del punteggio finale, che risulta dalla media dei voti dei tre revisori ponderati sulla base della conoscenza autodichiarata sull’area specifica del progetto. Sulla base del punteggio finale di ogni progetto viene stilata una graduatoria e il CdA di Fondazione Cariplo eroga i fondi destinati al bando fino al loro esaurimento. Il sistema della formazione del punteggio finale è complesso, e probabilmente vuole compensare l’assenza delle riunioni plenarie o “study section”. Tali incontri sono normalmente la fase cruciale della selezione “peer review”, perché permettono a un numero ristretto di revisori internazionali, competenti, imparziali, equilibrati e indipendenti, di ricevere le valutazioni dei revisori esterni, di avere la visione d’insieme di tutti i progetti in corsa, e di evitare la frammentazione della valutazione e l’applicazione di metri di votazione diversi. Fondazione Cariplo non li utilizza per vari motivi, tra cui il costo economico.

L’analisi ex-post sui progetti finanziati è articolata e dettagliata, e la parte relativa alle pubblicazioni scientifiche si riferisce a 120 progetti approvati dal 2001 al 2007, pari a un contributo di circa 19,5 milioni di euro. Da questi 120 progetti sono scaturite 545 pubblicazioni indicizzate su Web of Science (autodichiarate dai responsabili dei progetti, quindi potenzialmente soggette a un opportunistico aumento), e Fondazione Cariplo ci dice che tali documenti hanno avuto una media di 23 citazioni per articolo nel periodo analizzato, e soprattutto che il rapporto fra citazioni effettive e citazioni attese è sempre superiore a 1, sia che si analizzino i dati per rivista sia per settore disciplinare, dato che dimostra la buona qualità scientifica delle pubblicazioni. Ma i dati più interessanti vengono dal confronto con la comunità scientifica nazionale e internazionale. Le pubblicazioni scaturite dai progetti finanziati in 10 dei settori di ricerca biomedica più rilevanti hanno ricevuto un numero di citazioni più che doppio rispetto alle pubblicazioni italiane, esattamente doppio rispetto alle pubblicazioni dei paesi OCSE e pari a 1,8 rispetto alle pubblicazioni degli 8 paesi più industrializzati.

I numeri, sia dei progetti sia delle pubblicazioni analizzate, sono piccoli, ma il trend è positivo. Il sistema meritocratico del peer review, disegnato per escludere conflitti di interesse, pregiudizi, e autoreferenzialità, sta lentamente prendendo piede anche da noi, almeno nel privato.

Per scaricare il Quaderno 6 della Fondazione Cariplo dedicato alla riceca scientifica clicca qui.


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