fbpx Alfred Nobel, inventore dell’impossibile | Scienza in rete

Alfred Nobel, inventore dell’impossibile

Primary tabs

Tempo di lettura: 4 mins

Valentin Serov - Portrait of Alfred Nobel (1909) - Oil on canvas, 87.5 114 cm

La ricerca di nuovi esplosivi, in particolare quelli derivati dai nitrati, è un’attività alla quale i chimici si sono dedicati fin da quando la loro disciplina ha assunto lo status di scienza moderna. Un risultato importante fu la sintesi della nitroglicerina, realizzata nel 1847 dal chimico piemontese Ascanio Sobrero (Casale Monferrato, 1812 – Torino, 1847). Si trattava però di un successo parziale in quanto era impossibile trasportare e maneggiare quel liquido oleoso in condizioni di sicurezza, senza farlo esplodere violentemente. Tutto ciò ne impediva l’uso pratico e quindi non si sapeva a cosa potesse servire. Sobrero si era ispirato alle ricerche di Christian Friedrich Schönbein (Metzingen 1799 - Baden-Baden 1868), già noto per la scoperta dell’ozono, il quale aveva preparato il fulmicotone, un altro potente esplosivo, noto anche come nitrocellulosa.

In definitiva, una volta preparata la nitroglicerina (o trinitrina) sembrava impossibile controllarne la potenza esplosiva. Ci riuscì Alfred Nobel (Stoccolma 1833- Sanremo1896), il quale brevettò la sua invenzione esattamente centocinquant’anni fa. È un fatto abbastanza singolare che si parli più spesso dei frutti del suo testamento piuttosto che delle sue invenzioni. Il clamore mediatico e le baruffe intorno ai premi Nobel, assegnati annualmente a coloro che si sono maggiormente distinti in alcune scienze, nella medicina, in letteratura e per la promozione della pace, contribuisce a tener viva la memoria in tal senso. Nobel non trovò soltanto il modo di “addomesticare” il composto sintetizzato da Sobrero ma coltivò con profitto numerosi altri interessi. Il numero di brevetti che portano il suo nome ammonta esattamente a 355. I primi tre (1857-1859) riguardano apparecchi di misura per gas, liquidi e un manometro. La sua inventiva si esercitò in vari campi e se prevalse quello degli esplosivi, non vanno dimenticate la gomma, la guttaperca, la pelle e la seta artificiali.

Nell’elenco dei brevetti spicca la dinamite (dal greco dýnamis ), un preparato che consentiva di utilizzare la nitroglicerina in condizioni di sicurezza e che gli fruttò enormi guadagni oltre a una fama mondiale. Alfred Nobel riuscì, dopo una serie di tentativi, a controllare la potenza della nitroglicerina miscelandola con un inerte, senza sacrificarne le prestazioni. Utilizzò farina fossile, una polvere di origine naturale, avente composizione omogenea, ridotto peso specifico e, soprattutto, elevata capacità assorbente. La percentuale di nitroglicerina nella miscela variava tra il 60 e il 78% in peso a seconda della potenza desiderata. Giunse a tale risultato dopo aver saggiato altri materiali, come il carbone attivo e il carbonato di calcio. La cosiddetta kieselgur (farina fossile) o sabbia di diatomee si rivelò la scelta migliore. Il brevetto britannico della dinamite è datato 7 maggio 1867, mentre quello svedese è del 19 settembre dello stesso anno. Il brevetto americano “Improved explosive compound” è del 26 maggio 1868. Quattro anni prima, Nobel aveva brevettato in Gran Bretagna un nuovo tipo di innesco per la nitroglicerina, indicato come Improvement in the production and use of nitroglycerine”, ritenuto da alcuni la sua invenzione più importante.

Nobel non era un ingegnere, anche se spesso viene citato come tale in quanto imprenditore industriale. Non si poteva definire nemmeno uno scienziato, forse solo un chimico industriale. Frequentò le elementari fino a otto anni poi, per altri otto, insieme ai fratelli Robert e Ludwig fu affidato a un precettore privato, in Russia, dove si era trasferita la famiglia. Successivamente viaggiò negli Stati Uniti e in Europa, spinto anche dal padre, anche lui imprenditore ed esperto di esplosivi per miniere, che voleva indirizzarlo verso l’ingegneria chimica. A Parigi frequentò il laboratorio del chimico Théophile-Jules Pelouze (Valognes, 1807 – Parigi,1867), lo stesso che per tre anni (1840-1843) aveva ospitato anche Ascanio Sobrero. Il brevetto americano di Nobel descrive anche il detonatore, costituito da una capsula metallica contenente la polvere fulminante (fulminato di mercurio) in cui viene inserita la miccia. Questa, una volta accesa, fa esplodere la capsula e poi la miscela farina fossile-nitroglicerina avvolta in carta molto robusta.

L’interesse per l’invenzione della dinamite, un esplosivo che si poteva immagazzinare, trasportare e maneggiare senza rischi fu enorme. La costruzione di tunnel, ferrovie, canali e porti ne ricavò grandi benefici, così come l’industria estrattiva. Le fabbriche si moltiplicarono in tutto il mondo, anche se in tempi diversi a causa di impedimenti dovuti ai governi locali. La possibilità di utilizzare senza rischi la nitroglicerina rese Alfred Nobel un “inventore dell’impossibile”, come ha scritto Kenne Fant nella biografia a lui dedicata.

Come si è detto, Nobel destinò le sue ricchezze ai premi che portano il suo nome e ci teneva particolarmente a diffondere l’idea che la sua invenzione non fosse considerata strumento di morte. Era convinto che la dinamite sarebbe servita più di migliaia di trattati ad assicurare la pace tra le nazioni. Secondo lui, una volta scoperto che in un solo istante tutte le armi si potevano distruggere, gli uomini avrebbero rispettato la “golden peace”. Purtroppo fu smentito dalla storia.

Per saperne di più:
http://scienceforlife.altervista.org/blog/il-testamento-di-alfred-nobel/
https://www.nobelprize.org/alfred_nobel/biographical/patents.html
https://en.wikisource.org/wiki/United_States_patent_78317
- J.E. Jorpes, J. Chem. Ed. 37(2), 1960, p.328
- K. Fant, Alfred Nobel: A biography, Arcade Pub., 2014

 

 


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Scoperto un nuovo legame chimico carbonio-carbonio

Un gruppo di ricercatori dell'Università di Hokkaido ha fornito la prima prova sperimentale dell'esistenza di un nuovo tipo di legame chimico: il legame covalente a singolo elettrone, teorizzato da Linus Pauling nel 1931 ma mai verificato fino ad ora. Utilizzando derivati dell’esafeniletano (HPE), gli scienziati sono riusciti a stabilizzare questo legame insolito tra due atomi di carbonio e a studiarlo con tecniche spettroscopiche e di diffrattometria a raggi X. È una scoperta che apre nuove prospettive nella comprensione della chimica dei legami e potrebbe portare allo sviluppo di nuovi materiali con applicazioni innovative.

Nell'immagine di copertina: studio del legame sigma con diffrattometria a raggi X. Crediti: Yusuke Ishigaki

Dopo quasi un anno di revisione, lo scorso 25 settembre è stato pubblicato su Nature uno studio che sta facendo molto parlare di sé, soprattutto fra i chimici. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Hokkaido ha infatti sintetizzato una molecola che ha dimostrato sperimentalmente l’esistenza di un nuovo tipo di legame chimico, qualcosa che non capita così spesso.