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July 2019

Nella zona grigia: coscienza e stato vegetativo

Crediti: rawpixel.com/Pexels. Licenza: Pexels License

Nel suo libro, il neuroscienziato Adrian Owen esplora, ripercorrendo una lunga carriera di studi, ciò che sappiamo della coscienza nello stato vegetativo. I pazienti in questa condizione aprono e chiudono gli occhi assecondando un ritmo sonno-veglia, respirano autonomamente, ma non sono in grado di eseguire alcun ordine né stabilire alcun contatto. Taluni, a volte, sembrano fare delle smorfie, accennare dei sorrisi, seguire con lo sguardo, ma spesso questi eventi sembrano essere casuali e poco ripetibili. Per i parenti che vi assistono, queste possono rappresentare delle vere e proprie forme di comunicazione intenzionale, e Owen ha potuto verificare che talvolta avevano ragione. In uno studio, in particolare, ha colto la presenza di coscienza in pazienti accomunati dalla stessa infausta diagnosi, due dei quali, risvegliatisi a distanza di qualche mese,  hanno dimostrato di ricordare l'esperimento e identificato le persone che vi avevano assistito.
Questi studi, seppur presentando dei limiti, pongono un'importante questione etica su come sia più corretto approcciarsi a questi soggetti da parte del personale sanitario, e avvertono, ancora una volta, di quanto, nonostante i molti sforzi, abbiamo capito ancora poco della coscienza.

Il riscaldamento globale è di origine antropica

Pubblichiamo e condividiamo la lettera aperta "No alle false informazioni sul clima", promossa da Roberto Buizza, professore ordinario alla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, e firmata da oltre 200 scienziati e ricercatori italiani. Rappresenta una risposta alle argomentazioni superficiali ed erronee che, nella “Petizione sul riscaldamento globale antropico” del 17 giugno, hanno negato il legame tra il riscaldamento globale dell’era post-industriale e le emissioni di gas serra di origine antropica. La diretta correlazione tra i due elementi è stata invece dimostrata da migliaia di studiosi del clima e confermato dai rapporti dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), che riassumono i risultati pubblicati dalla comunità scientifica globale

La salute umana vale quanto la sostenibilità del pianeta

Crediti: jplenio/Pixabay. Licenza: Pixabay License

Pubblichiamo i commenti di Giuseppe Bertoni, professore di zootecnia in quiescenza e presidente dell’Associazione Ricercatori Nutrizione Alimenti, all'articolo “Una dieta per l'Antropocene”, pubblicato su Scienza in rete a giugno; di seguito, la risposta di Paolo Vineis, Roberto Cingolani e Luca Carra, autori dell'articolo.

Toglietemi tutto, ma non il parabene

Destreggiandosi tra dati scientifici e normative, Beatrice Mautino, nel suo libro "Il trucco c'è e si vede", elabora i cinque comandamenti della pubblicità corretta che ogni consumatore consapevole dovrebbe avere ben presenti, arricchiti da riferimenti a casi particolari di prodotti spesso pubblicizzati in modo menzognero: la recensione di Renata Tinini

Il caso Starlink

Ripresa del gruppo di galassie NGC 5353/4 realizzata al Lowell Observatory, in Arizona, nella notte del 25 maggio. Le linee diagonali sono le scie di luce lasciate da alcuni satelliti Starlink che attraversano il campo visivo del telescopio. Sebbene, col tempo, la situazione sia destinata a diventare meno drammatica, tra i professionisti rimane comunque altissima la preoccupazione per il gravissimo disturbo che il dispiegamento dei satelliti potrà arrecare alle osservazioni astronomiche. Crediti: Victoria Girgis / Lowell Observatory

Lo scorso 24 maggio SpaceX ha messo in orbita i primi 60 satelliti della costellazione Starlink. Un'ottima notizia per l'astronautica, ma pessima per gli astronomi. Fin dai giorni immediatamente seguenti al dispiegamento dei satelliti, infatti, da più parti sono state segnalate le problematiche ricadute che una simile rete satellitare potrebbe avere per l’osservazione astronomica e radioastronomica. Claudio Elidoro ne parla con Jader Monari, responsabile della stazione radioastronomica IRA-INAF di Medicina (Bologna)