fbpx Rifiuti e salute: un bilancio | Scienza in rete

Rifiuti e salute: un bilancio

Read time: 4 mins

Valutare l’impatto degli impianti di smaltimento rifiuti sulla salute della popolazione è un’attività complessa che deve tener conto di parametri tra loro eterogenei e considerare sia la storia delle persone che risiedono nelle loro vicinanze (spostamenti, storia clinica familiare, ecc), sia i cambiamenti nelle politiche di gestione dei rifiuti. Un passo fondamentale per studiare questo binomio è dunque rappresentato dallo sviluppo di una metodologia standard in grado di essere applicata a tutto il territorio. È il presupposto del progetto Sespir (Sorveglianza Epidemiologica sullo stato di Salute della Popolazione residente Intorno agli impianti di trattamento Rifiuti) che parte dai dati provenienti da 5 Regioni partner (Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Piemonte e Sicilia) per fornire metodologie e strumenti operativi in grado di implementare i sistemi di analisi esistenti.

La popolazione coinvolta

Il calcolo della popolazione coinvolta è stato realizzato in base alla distanza della residenza dalle tre tipologie di sorgente analizzate:

  • inceneritori: 3000 m
  • discariche: 2000 m
  • trattamento meccanico-biologico: 500 m. 

Gli impianti di termovalorizzazione:
Piemonte: 2 impianti, popolazione coinvolta: 41.201
Emilia-Romagna: 8 impianti, popolazione coinvolta 146.280
Lazio: 2 impianti, popolazione coinvolta 30.288
Campania: 1 impianto, popolazione coinvolta 7191
Sicilia: 1 impianto, popolazione coinvolta 24.613

 

Le discariche:
Piemonte: 20 impianti, popolazione coinvolta: 71.389
Emilia-Romagna: 16 impianti, popolazione coinvolta 6052
Lazio: 9 impianti, popolazione coinvolta 9593
Campania: 5 impianti, popolazione coinvolta 47.894
Sicilia: 14 impianti, popolazione coinvolta 23.294

Gli impianti di trattamento meccanico-biologico:
Piemonte: 12 impianti, popolazione coinvolta: 334
Emilia-Romagna: 10 impianti, popolazione coinvolta 1070
Lazio: 7 impianti, popolazione coinvolta 874
Campania: 7 impianti, popolazione coinvolta 304
Sicilia: 2 impianti, popolazione coinvolta 4

 

A che punto siamo?

All’interno del progetto è già stato realizzato (e sarà presto on line) un primo report delle conoscenze disponibili in letteratura in merito all’effetto della gestione dei rifiuti solidi urbani sulla salute della popolazione. Il censimento di impianti e politiche regionali ha invece portato alla definizione di un diagramma di flusso che illustra la destinazione finale del rifiuto e sono stati identificati i metodi di valutazione dell’esposizione per i tre differenti tipi di impianti sotto  indagine.

Le esperienze e le conoscenze ottenute attraverso i progetti Intarese, Moniter Emilia-Romagna, Eras Lazio sono state utili per una ricognizione sulle simulazioni modellistiche disponibili per le ricadute degli impianti di incenerimento e sarà presto possibile disporre delle mappe di ricaduta per le polveri e gli ossidi di azoto, con la possibilità di avere un’ulteriore caratterizzazione dell’esposizione dei residenti entro i 3 Km di raggio (per le discariche e gli impianti di trattamento meccanico biologico si utilizzerà invece la distanza dall’impianto come misura proxy dell’esposizione).

I dati di letteratura e lo studio di progetti analoghi hanno permesso di ricavare i coefficienti di rischio-patologia specifici, necessari per l’applicazione degli algoritmi di stima degli impatti. In base a questa raccolta, le patologie che si è deciso di indagare, tramite valutazioni di impatto, sono:

  • per gli inceneritori: anni di vita persi (Years of life lost) incidenza di tumori, nascite pretermine
  • per le discariche: anomalie congenite, sintomi respiratori, ricoveri respiratori, annoyance odorigeno e basso peso alla nascita
  • per gli impianti di Trattamento meccanico-biologico (Tmb): annoyance odorigeno e sintomi respiratori.

Gli studi ad hoc

Di seguito sono riportati alcuni dati sulle attività svolte per gli studi ad hoc nelle tre realtà regionali previste dal progetto.

L’Emilia-Romagna e gli eventi avversi in gravidanza

L’impatto dell’esposizione sulla salute delle future madri e dei feti, realizzata tra il primo gennaio 2007 e il 31 dicembre 2010 (da considerare come prosecuzione del progetto Moniter), è stata valutata attraverso l’analisi dell’esposizione alle emissioni dell’inceneritore e da altre fonti di inquinamento. I risultati ottenuti hanno confermato la presenza di un’associazione statisticamente significativa tra l’esposizione alle emissioni da inceneritore e le nascite pretermine in un periodo più recente, caratterizzato da livelli di esposizione bassi e in continuo decremento. 

Il Lazio e gli effetti a lungo termine

I dati presenti nei registri anagrafici hanno permesso di studiare una coorte di popolazione nel periodo compreso tra gennaio 1996 e il dicembre 2008, valutando fattori come la distanza di residenza da strade a traffico intenso, industrie e termovalorizzatori. Lo stato di salute della popolazione, adulti e bambini (età compresa tra 0 e 14 anni), è stato invece studiato attraverso l’analisi delle ospedalizzazioni per cause naturali (esclusi parto e traumatismi), per patologie dell’apparato respiratorio, malattie neurologiche, cardiovascolari, malattie acute dell’apparato renale e disturbi della ghiandola tiroidea. Sui bambini sono state studiate le ospedalizzazioni anche per malformazioni congenite e condizioni morbose di origine perinatale.  

Piemonte: focus sull’area di Vercelli

L’indagine è in corso, al momento è stato messo a punto il protocollo dello studio, che prevede l’analisi di mortalità e ospedalizzazione delle persone residenti nei pressi dell’impianto.


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Dopo l’alluvione dell’Emilia Romagna va ripensato tutto

Evento eccezionale ma non irripetibile, l'alluvione che ha allagato un terzo della pianura romagnola, con altissimi costi umani ed economici, sfida i luoghi comuni e i vecchi modi di agire. D’ora in poi deve essere chiaro che questi eventi estremi non saranno evitabili. Si dovrà imparare a conviverci preparandosi meglio, e soprattutto mettendo in atto misure più radicali e adatte al cambiamento climatico in atto, come ridare spazio ai fiumi allontanando case e stabilimenti dal loro alveo, e applicare soluzioni “basate sulla natura”. Immagine: tratta dal video di The Walking Nose "La mia alluvione" su Youtube.

Era già tutto previsto. L’allerta meteo, idrogeologica e idraulica di lunedì 15 maggio 2023, dopo una prima sottovalutazione, aveva dato un allarme forte e chiaro. A cominciare dal giorno dopo una valanga d’acqua si sarebbe riversata sulla Romagna e un tratto dell’Emilia, con rischio altissimo di frane e inondazioni. La protezione civile, i vigili del fuoco, la guardia di finanza, gli addetti al consorzio di bonifica, i volontari.