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Nature non cita i fisici dell'Higgs

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La rivista Nature pubblica il numero speciale di fine d’anno, indicando i profili dei 10 personaggi più rilevanti e influenti in campo scientifico nel 2012. Vengono raccontate le storie e i risvolti "umani" che ci sono dietro gli eventi e le scoperte scientifiche più importanti dell’anno, secondo la rivista. La lista dei Nature’s 10 comprende, tra gli altri, Cynthia Rosenzweig, che ha predetto l’impatto devastante di una tempesta su New York prima dell’arrivo di Sandy; Jun Wang, a capo della centro BGI per il suo lavoro sul sequenziamento del genoma; Adam Stelzner, l’ingegnere incaricato di rendere sicura la missione di Curiosity sulla superficie di Marte; Cedric Blanpain, autore delle tecniche di tracciamento cellulare che stanno contribuendo a risolvere la controversia sulle cellule staminali cancerogene; Elizabeth Iorns, per il suo tentativo di rendere più sicura le replicabilità degli esperimenti; Tim Gowers, il matematico coinvolto nel boicottaggio sulle modalità di pubblicazione della rivista Elsvier.

Per gli italiani c'è in lista Bernardo de Bernardis, scelto tra gli altri sei indagati per le respinsabilità sulla gestione della comunicazione del rischio prima del devastante terremoto dell'Auqila 2009. I redattori inglesi di Nature si sono guardati bene, evidentemente, dal citare gli italiani a capo degli esperimenti che hanno portato alla scoperta del Bosone di Higgs (Fabiola Giannotti e Guido Tonelli), ricordando invece solo chi ha dato l'annuncio della scoperta, ovvero Rolf-Dieter Heuer, direttore del CERN

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La Valle dei dinosauri ritrovata nel Parco dello Stelvio

parete di roccia

Nel cuore delle Alpi, a 2500 metri di quota, si conserva la memoria di un mondo perduto. Pareti quasi verticali di Dolomia Principale, un tipo di roccia sedimentaria, custodiscono migliaia di impronte lasciate 210 milioni di anni fa da dinosauri erbivori che camminavano lungo le rive di un mare tropicale ormai scomparso. Una scoperta eccezionale, avvenuta nel Parco Nazionale dello Stelvio, che apre una finestra senza precedenti sul Triassico europeo e sulla vita sociale dei primi grandi dinosauri.

Prima della formazione delle Alpi, qui esisteva un paesaggio incredibilmente differente. Immaginate una distesa tropicale pianeggiante, lambita dalle acque di un oceano poco profondo e ormai scomparso che oggi chiamiamo Tetide, con un clima che non aveva nulla a che vedere con le vette gelide di oggi. Proprio in questo luogo tanto diverso dall’attualità, 210 milioni di anni fa, il fango soffice ha registrato il passaggio di svariati giganti: si trattava di prosauropodi, dinosauri erbivori dal collo lungo, che si muovevano in branchi lungo le rive di un'antica piattaforma carbonatica.