fbpx Al via la nuova campagna di Cittadini per l'Aria a Milano, Roma, Brescia e Bologna | Scienza in rete

Al via la nuova campagna di Cittadini per l'Aria a Milano, Roma, Brescia e Bologna

Read time: 3 mins

Milano, 13 marzo 2010. Credit: Cristian / Flickr. Licenza: CC BY-NC-ND 2.0.

La campagna della primavera del 2017 di Cittadini per l'aria aveva coinvolto circa 200 milanesi che si erano prestati a collocare fuori da case e scuole i misuratori di biossido di azoto (NO2), con risultati piuttosto preoccupanti: il 96% dei campionatori aveva infatti misurato concentrazioni di NO2 superiori al limite di 40 µg/m3prescritto dalla legge su base annua.

Per questo Cittadini per l'Aria non demorde e lancia una seconda campagna, che coinvolgerà questa volta non solo Milano, ma anche Roma, Brescia e Bologna. “Le campagne quest'anno saranno due” spiega Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’Aria. “A Milano questa nuova fase della campagna prevede un focus sull'esposizione dei bambini, proponendo ai partecipanti di “adottare” una scuola o un parco fuori dei quali posizionare i campionatori. A Roma e Brescia proporremo invece la prima fase della campagna, cioè quello che abbiamo fatto a Milano qualche mese fa, e cioè di posizionare i campionatori fuori dalle proprie case, scuole e luoghi di lavoro per un mese”. A Roma l'iniziativa verrà organizzata insieme a Salvaciclisti Roma, a Brescia insieme a Basta Veleni, mentre a Bologna Aria Pesa gestirà in proprio l’intero progetto.

L’Italia è il paese Europeo con il record di morti premature attribuite al biossido di azoto: 17.290 in un anno. Come sottolinea l’EEA (Agenzia Europea per l'Ambiente), il settore dei trasporti incide per il 46% sul totale delle emissioni di NOx a livello europeo, e il 54% delle auto che vengono vendute in Europa sono diesel. Se le emissioni provenienti dai veicoli a benzina in UE a partire dal 2000 sono calate in modo significativo, non è stato lo stesso per le automobili diesel. Va detto inoltre che – sottolinea ancora EEA – le emissioni da veicoli diesel vengon fortemente sottositmate dai test ancora in uso per il colaudo dei motori rispetto al ciclo di guida su strada.

Eppure, nonostante la pessima qualità dell'aria che anche quest'anno è stata registrata nelle principali città italiane, in particolare nel Nord italia, le amministrazioni continuano a inseguire le emergenze senza piani più a lungo termine. Per questo Cittadini per l’Aria chiede che l'uso dei diesel venga ulteriormente regolamentato e limitato. “Un segnale positivo, giunto pochissimi giorni dopo la pubblicazione del nostro comunicato stampa dove lanciavamo la nostra campagna contro i diesel, arriva dal Comune di Milano, che ha elaborato una proposta di vietare la circolazione dei veicoli diesel fino agli Euro4 fino a fine marzo 2018” racconta Gerometta. “Si tratta di una proposta che andrà vagliata, ma che è comunque un ottimo segnale che forse il nostro lavoro non rimane inascoltato dalla politica”.

Partecipare all'iniziativa è molto semplice: per iniziare bisogna entrare nel sito www.cittadiniperlaria.org, dove versando un contributo di 30 euro a copertura dei materiali e delle analisi, è possibile dare la propria disponibilità entro il 31 dicembre 2017. Una volta raccolte le iscrizioni, a inizio 2018 Cittadini per l'Aria indicherà dove verranno distribuiti i campionatori per iniziare l'attività già a inizio febbraio, per tutto il mese. Come nella prima campagna a Milano, i dati raccolti verranno analizzati e raccolti in una serie di mappe che verranno presentate nel corso di una serie di eventi pubblici, come è avvenuto per la prima campagna di Cittadini per l'Aria.


 


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Pubblicare in medicina: un libro sui problemi (e le possibili soluzioni) dell'editoria scientifica

Un’industria ipertrofica cresciuta a spese dei meccanismi di produzione culturale della scienza. Un’industria dai profitti enormi e senza margini di rischio, capace di farsi credere indispensabile da chi la ingrassa credendo di non avere alternative. Il libro di Luca De Fiore, documentatissimo e spietato, procede per quattordici capitoli così, con un’analisi di rara lucidità sui meccanismi del, come recita lo stesso titolo, Sul pubblicare in medicina. Con il quindicesimo capitolo si rialza la testa e si intravede qualche possibile via d’uscita. Non facile, ma meritevole di essere considerata con attenzione soprattutto da chi, come ricercatore, passa la vita a “pubblicare in medicina”, o a cercare di.

A spanne il problema lo conosciamo tutti. Per fare carriera, un ricercatore ha bisogno di pubblicazioni. Le pubblicazioni, per definizione, devono essere pubblicate, e a pubblicarle sono le riviste scientifiche. Ma siccome, dicevamo, il ricercatore ha bisogno di pubblicare, i suoi articoli li regala alla rivista, anzi li manda speranzoso di vederli in pagina.