fbpx Sviluppo ad alte emissioni di carbonio | Scienza in rete

Sviluppo ad alte emissioni di carbonio

Read time: 2 mins

Il benessere degli individui nelle società contemporanee è in buona parte legato alla crescita economica, che ormai da oltre due secoli si basa sullo sfruttamento di combustibili fossili e, di conseguenza, su crescenti emissioni di gas serra. Opinione diffusa e ottimista dice che il progresso tecnologico permetterà di sostenere lo sviluppo economico e di ridurre le emissioni, limitando così gli impatti negativi dei cambiamenti climatici. Uno studio recentemente pubblicato su Nature Climate Change suggerisce però che il tentativo di ottenere questi due risultati allo stesso tempo finora non è riuscito granchè bene.

Secondo l’autore Andrew K. Jorgenson, il rapporto tra emissioni di carbonio e aumento marginale di benessere (chiamato CIWB, carbon intensity of human well-being) è rimasto stabilmente positivo negli ultimi quaranta anni. Nella sua analisi Jorgenson ha osservato gli effetti dello sviluppo economico su CIWB (misurato come il rapporto tra le emissioni pro capite e l’aspettativa di vita alla nascita) in 106 Paesi dal 1970 al 2009. Raggruppando i risultati in quattro macroregioni (Africa; Asia; America Centrale e Meridionale; Europa, America Settentrionale e Oceania), ha osservato che in tutte le aree ad eccezione dell’Africa lo sviluppo ha portato a produrre benessere con livelli progressivamente crescenti di carbonio.

Nei Paesi più ricchi ed industrializzati il rapporto tra crescita economica e CIWB è rimasto costantemente positivo dal 1970, e generalmente più elevato di quello relativo alle altre regioni del pianeta. Questo significa che Europa, Nord America, Australia sono ancora “poco efficenti” nel produrre benessere riducendo al contempo le emissioni di gas serra. L’Africa, unica ragione con un rapporto negativo tra crescita economica e CIWB, ha rappresentato un’eccezione fino al 1995 circa. I dati dicono che nei 36 Paesi africani analizzati da Jorgenson, nel periodo dal 1970 alla fine degli anni 90, la crescita del benessere è stata accompagnata da una riduzione delle emissioni. Dal 2000 in poi la differenza è andata assottigliandosi, avvincinandosi sempre di più ai valori delle altre macroregioni più sviluppate.

Come spiega l’autore, i risultati della ricerca sono “ben lungi dall’essere monolitici”, o esaustivi, ma sottolineano l’importanza di considerare in modo integrato gli aspetti sociali, ambientali ed economici del concetto, spesso astratto, di sviluppo sostenibile.

Autori: 
Sezioni: 

prossimo articolo

La circolazione oceanica nel Nord Atlantico (AMOC) sta per spegnersi?

Atlantic Meridional overturning Circulation (AMOC)

Negli ultimi anni, varie testate hanno riportato la diminuzione dell'Atlantic Meridional Overturning Circulation (AMOC) nel Nord Atlantico, cruciale per il clima dell'emisfero Nord, avvertendo del rischio che si stia spegnendo. È quanto, in effetti,  suggeriscono alcuni studi recenti, ma c'è disaccordo tra gli esperti: la complessità e l'incertezza dei modelli climatici rendono difficile prevedere con certezza il futuro di AMOC.

Schema delle correnti di AMOC. Crediti: modificato da R. Curry, Woods Hole Oceanographic Institution/Science/USGCRP, Wikimedia Commons. Licenza: CC BY 3.0 DEED

A più riprese negli ultimi anni, testate importanti hanno pubblicato articoli che raccontano come, secondo alcune ricerche, l’intensità della circolazione termoalina nel Nord Atlantico, nota come Atlantic Meridional overturning Circulation (AMOC) sia non solo in diminuzione, ma sia proprio sull’orlo di uno spegnimento totale.