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Luci e ombre della riforma

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Università
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Buona la riforma dell'Università quando parla di abilitazione scientifica nazionale dei docenti con possibilità di scelta da parte degli atenei secondo i propri programmi di ricerca, così come la valutazione posta in capo all'ANVUR. Troppo invece il potere dato ai rettori e scarso quello che resta al Senato accademico. Infausta l'idea di mettere così tanti esterni (provenienti dal mondo delle imprese) nel CDA delle Università. E quanto alla prevalenza della ricerca applicata, è una cattiva idea - come diceva John Dewey - legarsi al palo dell'utile con una catena troppo corta. Il filosofo Dario Antiseri dà questi giudizi sulla riforma disegnata dal governo, definendo infine "sconcertante" la proposta del governatore della Banca d'Italia Mario Draghi di dare addirittura la maggioranza del CDA a esterni all'università. Almeno, conclude  Antiseri - il potere di queste persone dipendesse dalle risorse donate alle università, ma di mecenatismo in Italia se ne vede poco. Infine un invito a spingere sull'edilizia universitaria, che in Italia conosce un deficit di circa 200mila alloggi; fattore questo che limita la mobilità dei giovani.

Per approfondire leggi l'articolo.

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