La corte di giustizia dell’Unione Europea ha stabilito, con la sentenza del 15 gennaio 2013 nella Causa C-416/10, che deve essere garantito al pubblico un accesso e un aprtecipazione nelle decisioni sui temi di urbanistica ed edilizia in merito agli insediamenti di impianti con alti livelli di impatto ambientale.
La decisione arriva dopo aver valutato il
ricorso con il quale i cittadini di Bratislava hanno chiesto ai giudici
slovacchi e alla Corte suprema di cassazione della Repubblica slovacca di
definire la portata del diritto del pubblico nella partecipazione alle
procedure di autorizzazione di simili progetti. Secondo gli interessati,
infatti, nella decisione di assenso urbanistico-edilizio per l’insidiamento di
una discarica di rifiuti in una cava di terra nel 2006, è stata autorizzata la
costruzione e gestione di questa discarica senza prima interrogare i cittadini
sulla possibilità di pubblicare le informazioni necessarie.
Secondo la
convenzione di Aarhus del 1998 e la direttiva 96/61/Ce sulla prevenzione e riduzione
integrate dell'inquinamento (articolo 15) a cui la Corte ha fatto riferimento, durante le procedure per il rilascio delle autorizzazioni per una discarica, il
pubblico interessato può prendere visione dei documenti disponibili fino a quando è possibile discutere di tutte le opzioni praticabili e le
autorità nazionali competenti non hanno facoltà di impedire l'accesso a una decisione
rilevante ai fini del rilascio dell'autorizzazione "adducendo la tutela della riservatezza
delle informazioni commerciali o industriali prevista dal diritto nazionale o
dell’Unione al fine di proteggere un legittimo interesse economico”.
Secondo la sentenza, inoltre, il pubblico di cittadini può fare richiesta al giudice competente o all'organo imparziale istitutito per legge di adottare misure provvisorie per sospendere, in modo temporaneo, l’applicazione di un’autorizzazione (ai sensi dell’articolo 4 della direttiva 96/61/Ce) in attesa di futura decisione definitiva.
