fbpx Il Turing 2013 assegnato a un ricercatore italiano | Scienza in rete

Il Turing 2013 assegnato a un ricercatore italiano

Primary tabs

Read time: 2 mins

Il premio Turing 2013 è andato a Silvio Micali, ricercatore italiano che lavora presso il Laboratorio di Ricerca per l’Informatica e l’Intelligenza Artificiale del Massachussets Institute of Technology (CSAIL-MIT).

L' Association for Computing Machinery, che assegna ogni anno il Turing (noto anche come il Nobel per l'informatica, intitolato così in riconoscimento al matematico inglese pioniere dell'intelligenza artificiale) alle eccellenze della computer science, ha premiato Micali insieme a Shafi Goldwasser per i loro contributi nel settore della crittografia e della teoria della complessità . Grazie agli studi dei due scienziati, infatti, è stato possibile sviluppare nuovi sistemi per cifrare e rendere più sicure le informazioni attraverso le firme digitali – un’esigenza, questa, che diventa sempre più urgente nei protocolli di informazione e nelle transazioni in rete. 
La ricerca era iniziata partendo dall'analisi dei rischi connessi al gioco d'azzardo telematico, ma le teorie messe a punto in questo contesto hanno trovato subito applicazione come punto di riferimento per un'intera branca dell'informatica -  la pubblicazione negli anni '80 del Probabilistic Encryption, considerato la base della moderna crittografia, è stata fondamentale per lo sviluppo di questo settore.

“Da tre decenni Shafi e Silvio sono leader nel campo della crittografia e i loro lavori hanno posto domande fondamentali circa il modo in cui condividere e ricevere informazioni. Sono entusiasta che sono stati premiati per il loro lavoro pionieristico”, ha commentato Daniela Rus, direttore del Csail.

Stefano Micali, nato a Palermo classe 1954, si è laureato a Roma in matematica, per poi trasferirsi in California dove ha conseguito un PhD e ha iniziato il suo lavoro di ricerca al Mit. Dal 1984 è professore di informatica presso il Dipartimento di Ingegneria Elettrica insieme a Shafi Goldwasser. Nel 2007 è entrato a far parte dell'Accademia nazionale delle scienze degli Stati Uniti. 

Il premio di 250mila dollari è finanziato da Google e Intel, l'assegnazione avverrà durante l’ Awards Banquet dell’Association for Computing Machinery previsto per il prossimo 15 Giugno a San Francisco.

Autori: 
Sezioni: 
Informatica

prossimo articolo

La Valle dei dinosauri ritrovata nel Parco dello Stelvio

parete di roccia

Nel cuore delle Alpi, a 2500 metri di quota, si conserva la memoria di un mondo perduto. Pareti quasi verticali di Dolomia Principale, un tipo di roccia sedimentaria, custodiscono migliaia di impronte lasciate 210 milioni di anni fa da dinosauri erbivori che camminavano lungo le rive di un mare tropicale ormai scomparso. Una scoperta eccezionale, avvenuta nel Parco Nazionale dello Stelvio, che apre una finestra senza precedenti sul Triassico europeo e sulla vita sociale dei primi grandi dinosauri.

Prima della formazione delle Alpi, qui esisteva un paesaggio incredibilmente differente. Immaginate una distesa tropicale pianeggiante, lambita dalle acque di un oceano poco profondo e ormai scomparso che oggi chiamiamo Tetide, con un clima che non aveva nulla a che vedere con le vette gelide di oggi. Proprio in questo luogo tanto diverso dall’attualità, 210 milioni di anni fa, il fango soffice ha registrato il passaggio di svariati giganti: si trattava di prosauropodi, dinosauri erbivori dal collo lungo, che si muovevano in branchi lungo le rive di un'antica piattaforma carbonatica.