L'ufficio di presidenza della Commissione nazionale Grandi Rischi ha rassegnato le dimissioni questa mattina al presidente del Consiglio Mario Monti. Il dipartimento della Protezione Civile rende noto che il presidente Luciano Maiani, il presidente emerito Giuseppe Zamberletti e il vicepresidente Mauro Rosi lasciano l'incarico dopo la sentenza finale del processo in cui erano imputati per le conseguenze della mancata informazione sul rischio sismico nel 2009. Il direttore dell'Ufficio rischio sismico e vulcanico del Dipartimento della Protezione Civile Mauro Dolce, verrà assegnato ad altro incarico alla conclusione dell'iter amministrativo previsto.
Maiani ha deciso di dimettersi per "l'impossibilità che la commissione Grandi Rischi possa lavorare serenamente e offrire pareri di alta consulenza scientifica allo Stato in condizioni così complesse" e per non intravedere "condizioni per lavorare serenamente".
Non mancano le reazioni alla notizia della condanna a 6 anni per gli imputati dal mondo scientifico. Shinichi Sakai, professore associato dell'Earthquake Research Institute di Tokyo, dichiara "Se fosse stato io lì avrei detto le stesse cose, dal momento che non è possibile stabilire quando può verificarsi una forte scossa sismica". In Giappone, dove la notizia ha avuto un grande rilievo considerando anche l'esperienza dello tsunami e per il record del 20% di scosse superiori a 6 gradi di magnitudo in tutto il mondo, non ci sono mai stati processi simili.
Sakai ha ricordato, inoltre, che "in Giappone le previsioni dei terremoti sono considerate attualmente molto difficili, come ha del resto ribadito l'ultima e recente riunione della Seismological Society of Japan".