A Trento è tutto pronto: domani, 27 luglio, è la giornata dedicata all'inaugurazione del MUSE, il nuovo Museo delle Scienze della città. Sarebbe più corretto, in realtà, parlare di un week end dedicato, visto che l'evento ideato per battezzare il nuovo edifico museale sarà una no-stop di 24 ore, che si chiuderà alle 18 di domenica.
Ideata e progettata dieci anni fa da Renzo Piano, la
struttura chiude così più di tre anni di cantiere, con il supporto di più di duecento
addetti, tra cui 60 ricercatori, e apre al futuro della divulgazione
scientifica.
L'obiettivo, ambizioso e da sempre inseguito in questo ambito, è quello di
offrire una modalità più coinvolgente e accattivante per avvicinarsi alla
conoscenza scientifica. Stando ai dettagli resi noti finora sulle
caratteristiche del MUSE, le premesse del successo ci sono: 18 metri in
verticale, dai lucernari fino ai piani interrati, per 12 mila metri quadri di
grandezza, divisi tra mostre permanenti e temporanee e laboratori di ricerca, le
esposizioni del MUSE sono distribuite in sette diversi livelli, focalizzati su
temi ambientali e sul rapporto tra uomo e natura. Dalle vette d'alta quota del piano più alto,
si passa ai fenomeni atmosferici e di cambiamento climatico, fino alla
biodiversità dell'ambiente alpino e ai livello dedicati ai rischi ambientali e
all'evoluzione umana - quest'ultimo allestito anche grazie a un software
sviluppato dai ricercatori del National Oceanic and Atmosferic Administration
(NOAA).
Molto spazio è dedicato anche all'innovazione tecnologica, con il Maxi-Ooh!
(per i visitatori più piccoli, che potranno giocare con 'sfere
multisensoriali'), il FabLab delle nuove stampanti 3D e uno showroom per
l'imprenditoria delle Start-Up. L'esposizione più spettacolare sembra però
essere concentrata nei 600 metri quadri della Serra Tropicale, pensata
dall'architetto genovese per sintetizzare la fragilità del Pianeta attraverso
la riproduzione dell'ambiente montuoso del Kenya.
