Un team internazionale di ricercatori ha messo in luce aspetti sorprendenti relativi alle abitudini igieniche e alimentari delle popolazioni preistoriche.
Secondo lo
studio pubblicato su PLoS ONE, gli
abitanti del Sudan di 2000 anni fa usavano una pianta per curare l’igiene
dentale. La pianta in questione è la Cyperus
rotundus (quadrella o zigolo infestante), oggi considerata un’erbaccia.
Gli scienziati dall’Universitat Autònoma
de Barcelona e l'Università di York hanno esaminato i resti provenienti dalla
dentatura di scheletri seppelliti nell’antico cimitero di Al Khiday. L’analisi ha evidenziato che meno dell’1% dei denti
presentavano tracce di carie, ascessi o altri segni di decadimento dentale.
Denti sani grazie proprio all’utilizzo della quadrella. Ma come agisce la pianta?
Gli
esperimenti hanno rivelato che estratti
della pianta impediscono la crescita dei batteri più comunemente coinvolti nel
decadimento dentale. Quindi, la pianta può essere servita sia come alimento che
come una sorta di primitivo e involontario "collutorio".
"La
quadrella è oggi considerata
un flagello nelle regioni tropicali e sub-tropicali ed è viene definita come
l’erbaccia più costosa del mondo, a causa delle
difficoltà e ai costi elevati di eradicazione dalle aree agricole.
Con la nostra ricerca abbiamo capito che in passato invece di essere un fastidio era utilizzata come alimento, e forse anche come
medicinale”, spiega Karen Hardy dell’Universitat Autònoma de
Barcelona.
Lo studio apre nuove scenari per
la comprensione delle abitudini alimentari delle popolazioni dell’epoca
pre-agricola. Le antiche
popolazioni che vivevano nel Sudan centrale avevano compreso le qualità
nutrizionali e medicinali di questa e molte altre piante, ben prima dello
sviluppo dell'agricoltura. “Abbiamo scoperto che queste persone mangiavano
diverse altre piante, e abbiamo trovato tracce di fumo di cottura e di fibre di
piante masticate per preparare materiali e oggetti”, sottolinea Hardy. Uno
scenario diverso da quello pensato fin ora che descriveva la dieta delle
popolazioni pre-agricoltura composta solo da carne e pochi carboidrati.
Una ricerca importante quindi, che parla anche un po’ italiano. Gli scavi dei 5 siti preistorici di Al Khiday sono stati diretti da Donatella Usai, dell'Istituto italiano per l'Africa e l'Oriente di Roma. “Quello di Al Khiday è un sito unico nella valle del Nilo, dove un folto gruppo di persone ha vissuto per migliaia di anni - commenta Usai - Lo studio dimostra che queste persone facevano buon uso delle piante selvatiche come cibo, materiale per realizzare oggetti e anche come medicinali”, afferma Usai.