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Zenit per orientarsi nella cultura scientifica

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“Ogni scienziato ha contratto un debito nei confronti dei propri simili: presentare il frutto dei suoi studi nella forma più chiara, più semplice e più modesta possibile”. Questo pensiero di Karl Popper ispira l'azione del Gruppo 2003 e del suo sito Scienziainrete. Anche la collaborazione con l'editore Dalai nella preparazione della collana Zenit è un contributo in questa direzione.

La collana, che si apre con il volume di Pietro Greco I nipoti di Galileo - storie di scienziati italiani di successo in varie discipline (leggi l'anticipazione)- vuole far conoscere i protagonisti italiani della scienza a livello mondiale – nonché le conseguenze culturali, sociali, economiche e ambientali delle loro scoperte. Suo obiettivo dichiarato è avvicinare soprattutto i giovani e gli studenti ai nuovi orizzonti della scienza. Ci siamo chiesti come farlo, e abbiamo concluso che per avvicinare i giovani alla scienza serve a poco lamentarsi. Meglio, molto meglio raccontare le storie, le idee e i risultati ottenuti dai nostri colleghi che contribuiscono, in Italia o all’estero, a consolidare l’era della conoscienza.. Anche in un Paese largamente estraneo al metodo e alla cultura scientifica, ci auguriamo che i libri di questa collana contribuiscano a trasmettere il senso di sfida, il fascino e la passione che caratterizzano la ricerca scientifica.

I primi quattro volumi previsti della collana Zenit sono:
I nipoti di Galileo, del giornalista Pietro Greco, storie esemplari di successi scientifici italiani in diversi campi disciplinari, dai neuroni specchio, alle staminali, dalla robotica alla genetica.
I guardiani della vita, di Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Istituto clinico Humanitas, un quadro per tutti sulle forze segrete del nostro corpo, le scoperte e le prospettive dell’immunologia del terzo millennio (in libreria settembre 2011)
Storia naturale della mente, di Telmo Pievani ed Edoardo Boncinelli, summa delle ricerche degli ultimi anni sul nostro cervello e sulle scoperte che ne spiegano i meccanismi. (in libreria marzo 2012)
La cosa più grande che c’è, di Giulio Tononi e Marcello Massimini, neuroscienziati che hanno sviluppato la Teoria dell’informazione integrata per misurare oggettivamente la capacità del cervello di generare coscienza. I loro studi sono molto conosciuti negli Stati Uniti, dove lavora Tononi (in libreria marzo 2013)
 

In cantiere per il 2012, vi sono altri due libri in fase di progettazione:
Il primo a firma di Pier Mannuccio Mannucci (direttore scientifico dell’Ospedale Maggiore di Milano) sui danni dell’inquinamento per la salute a livello planetario.
Il secondo di Camillo Ricordi dell’Università di Miami (tra i massimi esperti nel trapianto di “insulae pancreatiche”) sul diabete, le possibilità di cura col metodo Ricordi e le ricadute sociali per i malati. 

 


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La Valle dei dinosauri ritrovata nel Parco dello Stelvio

parete di roccia

Nel cuore delle Alpi, a 2500 metri di quota, si conserva la memoria di un mondo perduto. Pareti quasi verticali di Dolomia Principale, un tipo di roccia sedimentaria, custodiscono migliaia di impronte lasciate 210 milioni di anni fa da dinosauri erbivori che camminavano lungo le rive di un mare tropicale ormai scomparso. Una scoperta eccezionale, avvenuta nel Parco Nazionale dello Stelvio, che apre una finestra senza precedenti sul Triassico europeo e sulla vita sociale dei primi grandi dinosauri.

Prima della formazione delle Alpi, qui esisteva un paesaggio incredibilmente differente. Immaginate una distesa tropicale pianeggiante, lambita dalle acque di un oceano poco profondo e ormai scomparso che oggi chiamiamo Tetide, con un clima che non aveva nulla a che vedere con le vette gelide di oggi. Proprio in questo luogo tanto diverso dall’attualità, 210 milioni di anni fa, il fango soffice ha registrato il passaggio di svariati giganti: si trattava di prosauropodi, dinosauri erbivori dal collo lungo, che si muovevano in branchi lungo le rive di un'antica piattaforma carbonatica.