fbpx In Europa la politica si farà consigliare dalla scienza | Scienza in rete

In Europa la politica si farà consigliare dalla scienza

Primary tabs

Read time: 2 mins
Siamo (forse) ad una svolta importante per l' Europa. Il neo-presidente Barroso sarà il frutto di un compromesso politico in una Unione ancora debole, ma ha annunciato il suo impegno a creare un Consigliere Scientifico.

In pratica, un ufficio destinato a fornire supporto scientifico alle decisioni politiche della Commissione. Se verranno fatte seguire alle parole i fatti, l'Europa avrà la possibilità di cominciare a raccogliere i frutti seminati 15 anni fa da Tonino Ruberti, il Commissario (1993-1994) che inventò il concetto di Area Europea della Ricerca. A sentire Barroso, il Consigliere Scientifico avrebbe un peso significativo e interministeriale, maggiore, addirittura, dell'attuale (e del futuro) Commissario alla Ricerca.

Si tratterebbe di un Ufficio (dice sempre Barroso) per valutare sul piano scientifico proposte e decisioni della Commissione, nei vari stadi dell'iter di studio e approvazione. Certo che ce ne sarebbe molto bisogno. Al momento, la Commissione ed i cittadini europei non possono contare su qualcosa del genere, che invece esiste e funziona negli USA. L'Europa ha finora "ghettizzato" la scienza come fine a se stessa, in un Commissariato di secondo piano, che pure negli ultimi cinque anni ha fatto un eccellente lavoro. Ma un lavoro circoscritto, quasi separato dal resto della Commissione. Noi scienziati europei non ci lamentiamo: 50 miliardi per il settimo programma di ricerca (fino al 2013) e in più la recente creazione del Consiglio europeo per la ricerca fondamentale, partito bene. Ma non basta per fare dell'Europa, come si merita, la prima vera società basata sulla conoscenza. Per farlo bisogna che il capitale di scienza nel quale investiamo venga usato attivamente per la qualità della vita di tutti noi.

Vogliamo parlare insieme di politica energetica (dal nucleare ai biocarburanti alla fusione) ma anche di sicurezza, spazio, cibo, salute? Io credo di si. E allora facciamolo sfruttando la competenza degli scienziati che abbiamo costruito in Europa. Ma anche l'Italia (cronicamente avara con la ricerca) trarrebbe benefici, soprattutto se saprà essere presente dove conta. Su tante scelte avremmo disponibile un supporto gratuito, autorevole e disinteressato (speriamo), spendibile anche sul piano nazionale. Barroso insomma non entusiasma su tutto, ma una almeno cosa giusta l'ha detta. Aspettiamo lui, e la nuova Commissione, alla prova dei fatti.


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Identità rubate e referee fantasma: come le paper mills aggirano le riviste

Una macchina da stampa

Sempre più, nel mondo delle pubblicazioni scientifiche emergono reti organizzate che creano identità fasulle per far accettare articoli costruiti ad hoc. Furti di e-mail, profili inesistenti e revisori compiacenti permettono alle paper mills di vendere firme e pubblicazioni a ricercatori sotto pressione. E le riviste cercano di correre ai ripari con nuovi sistemi di identificazione

Se la prossima volta che inviate un articolo a una rivista scientifica vi sentirete chiedere un documento d’identità, non abbiatene a male. Le case editrici si interrogano su quale sia il miglior metodo per verificare di avere a che fare con un ricercatore o una ricercatrice reale. Nel mondo editoriale, dove tutte le interazioni avvengono per e-mail, c’è sempre maggior preoccupazione per i furti d’identità.