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EU-nergiewende?

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Horizon 2020+10! I ministri federali tedeschi Barbara Hendricks (BMUB) e Sigmar Gabriel (BMWi), insieme ai colleghi omologhi di Francia, Regno Unito e Italia (Andrea Orlando), hanno chiesto alla Commissione Europea di fissare al più presto obiettivi alti e vincolanti per quanto riguarda le politiche climatiche e quelle energetiche.

Nella loro lettera, infatti, hanno espresso l'intenzione di voler ridurre le emissioni del 40% entro il 2030 rispetto al 1990. Il documento condiviso afferma anche che la protezione del clima favorirà l'innovazione, l'occupazione e la crescita economica rafforzando le economie europee nel loro insieme.
La posizione tedesca sugli obiettivi climatici per il 2030 è frutto di un accordo tra SPD e CDU/CSU, ovvero i partiti che formano la Große Koalition. Oltre a questo, il terzo governo Merkel punta al raggiungimento autonomo di obiettivi legati all'efficienza energetica e all'uso delle fonti rinnovabili. Non sembra esserci quindi alcun dubbio su chi abbia assunto un ruolo guida in Europa.
In effetti, la transizione energetica tedesca, la cosiddetta Energiewende, è attualmente già in atto e prevede la dismissione delle ultime centrali nucleari nel 2022. Entro il 2050, la quota di energia rinnovabile prodotta grazie a Sole, vento e biomasse è destinata a salire sino all'80% della produzione totale di elettricità e del 60% rispetto al consumo globale di energia. Le emissioni di gas serra dovrebbero scendere, rispetto a quelle del 1990, del 70% nel 2040 e dell'80-95% entro il 2050. Nonostante i costi, si tratta dunque di un comportamento virtuoso che potrebbe costituire un buon esempio e un traino per gli altri Paesi europei. Secondo le previsioni, come riportato sul sito specializzato Energy Transition, il passaggio a un'economia tedesca basata sulle energie rinnovabili richiederà investimenti fino a 200 miliardi di Euro.
Potrebbe sembrare un costo troppo elevato, ma in realtà questo è ampiamente ripagato se si pensa ai 380mila tedeschi che già lavorano nel campo delle rinnovabili, molti di più rispetto a quelli impegnati nel settore dell'energia convenzionale. Si tratta di tecnici, installatori, architetti che operano a livello locale e il cui lavoro diffilmente potrà essere esternalizzato in futuro.
La transizione energetica è conveniente per la Germania, ma molto probabilmente lo sarà ancora di più per gli altri Paesi. La tecnologia tedesca e la produzione cinese su larga scala, infatti, hanno contributo a ridurre il costo complessivo delle energie rinnovabili in tutto il mondo. In Germania, per esempio, i prezzi per il solare fotovoltaico sono crollati del 66% dal 2006 a metà del 2012. I costi inferiori renderanno sempre più conveniente investire nelle fonti rinnovabili. È davvero così? Quali sono le nazioni più propense ad attuare l'Energiewende?
Il Fraunhofer Institute di Friburgo ha sviluppato l'Energy Trasformation Index (ETI), che tiene conto del progresso nell'uso di fonti energetiche rinnovabili e del miglioramento dell’efficienza energetica. Il primo posto (Figura 1) della Svezia non sorprende, tuttavia fa una certa impressione vedere Brasile, Italia e Spagna davanti a Germania, Giappone e Gran Bretagna. Si tratta, tuttavia, di un effetto di bias legato al minor consumo energetico delle nostre industrie a causa della recente crisi economica.

Figura 1

Molto più significativa è invece la differenza tra ETI-2011 ed ETI-1990 (Figura 2). I Paesi più attivi in questo processo di trasformazione sarebbero in realtà Germania e Gran Bretagna (entrambi +173%).

Figura 2

La transizione energetica può essere in qualche modo agevolata da una legislatura ad hoc? Nel caso della Germania, per esempio, uno strumento fondamentale per lo sviluppo delle energie rinnovabili è la Erneuerbare-Energien-Gesetz (EEG, il cui ultimo emendamento risale al 2012), secondo cui gli operatori di rete sono tenuti a usare energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili. Anche l’Erneuerbare-Energien-Wärmegesetz (EEWärmeG), in vigore dal 1 Gennaio 2009, prevede l’aumento di calore prodotto da fonti energetiche rinnovabili.

Il governo federale ritiene, inoltre, che l’energia eolica sia una tecnologia chiave nel mix energetico senza emissioni di CO2 del futuro. Il suo potenziale, in effetti, è lontano dall’essere esaurito, soprattutto con il maggiore utilizzo di energia eolica in mare, la cosiddetta energia eolica off-shore. Senza dimenticare l’ulteriore utilizzo di energia eolica a terra, in particolare sostituendo i vecchi impianti con attrezzature più efficienti. Inoltre, il Bundesregierung vuole anche aumentare l’energia idroelettrica attraverso la sostituzione, l’ammodernamento e la riattivazione degli impianti esistenti e la costruzione di ulteriori piccole centrali idroelettriche. Il governo federale ha quindi promulgato la nuova Wasserhaushaltsgesetz in data 1 Marzo 2010, affinché le nuove turbine siano ecologiche e a basso impatto ambientale.
Il recente accordo di coalizione tra CDU/CSU e SPD ha evidenziato una serie di linee guida per attuare un'ulteriore riforma della EEG entro la fine della prossima estate. L'emendamento auspica un'ulteriore espansione delle energie rinnovabili (fotovoltaico, biomassa, eolico on-shore e off-shore, energia idroelettrica). L'incentivazione delle energie verdi, con l'abbandono definitivo del nucleare, contribuirà a contenere l'aumento dei costi energetici.
L'obiettivo è quello di raggiungere una quota di energie rinnovabili pari al 40-45% nel 2025 e al 55-60% nel 2035.


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