Analisi dei dati epidemiologici del coronavirus in Italia (al 26 maggio)

Tempo di lettura: 3 mins
 --

Gli aggiornamenti successivi possono essere consultati questo link: https://www.scienzainrete.it/dashboard/

Oggi 26 maggio ci sono sei regioni dove l'aumento del numero totale di casi positivi rispetto a due settimane fa è inferiore a venti, le stesse che negli ultimi cinque giorni avevano lo stesso aumento massimo ma rispetto ai dieci giorni precedenti: la Calabria, la Basilicata, la Sardegna, la provincia di Bolzano, l'Umbria e la Valle D'Aosta. Le prime quattro, assieme al Molise, oggi hanno un valore nullo dell'incidenza.

La Sardegna sembra vicina alla fine dell'epidemia, seguita dall'Umbria e dalla Calabria.

Torna preoccupante la situazione nelle tre regioni più problematiche, la Lombardia, la Liguria, il Piemonte e nella provincia di Bolzano. Come previsto, la diminuzione dei valori di ieri dell'incidenza era principalmente dovuta al numero molto più basso di tamponi riportato, che prevediamo aumenti fino a venerdì.

Di seguito riportiamo i valori odierni dell’incidenza, ossia del numero di nuovi casi positivi al giorno per 100.000 abitanti.

1 Abruzzo 0,22689
2 Basilicata 0
3 Bolzano 0
4 Calabria 0
5 Campania 0,20551
6 Emilia Romagna 0,53947
7 Friuli Venezia Giulia 0,90321
8 Lazio 0,30518
9 Liguria 3,3859
10 Lombardia 1,587
11 Marche 0,13003
12 Molise 0
13 Piemonte 1,9579
14 Puglia 0,049214
15 Sardegna 0
16 Sicilia 0,059328
17 Toscana 0,080162
18 Trento 1,8481
19 Umbria 0,1125
20 Valle D'Aosta 1,5763
21 Veneto 0,16301

Torna preoccupante la situazione per Lombardia, Liguria, Piemonte e la provincia di Trento, con valori dell'incidenza da 1,6 a 3,4 nuovi casi al giorno per 100.000 abitanti.
Situazione da monitorare con molta attenzione.

Ci sono tre regioni dove la diffusione dell'epidemia sembra essere terminata, prima fra esse, troviamo la Sardegna, seguita da Umbria e Calabria. Putroppo la Valle D'Aosta subisce un aumento dell'incidenza che arriva oggi ad un valore attorno a 1,6 nuovi casi al giorno per 100.000 abitanti.

L'allarme per Puglia e Basilicata dovuto all'aumento significativo dell'incidenza degli ultimi tre giorni sembra rientrato, con un valore oggi quasi nullo per la Puglia e nullo per la Basilicata.

L'allarme per il Lazio sembra rientrato.

Lenta discesa dell'incidenza per regioni come la Campania, la Toscana ed il Friuli Venezia Giulia. Sembra rientrare l'allarme per le ultime due regioni dovuto all'aumento nei giorni scorsi. Utile osservare cosa accade nei prossimi giorni.

Dopo aver stimato per ciascuna regione il modello per l'andamento temporale dell'incidenza e calcolato la sua varianza, possiamo utilizzare i valori finali delle due quantità per formare dei "gruppi" di regioni con valori "vicini". Questo può essere fatto ad esempio con l'algoritmo del clustering gerarchico che minimizza localmente la somma delle varianze all'interno dei gruppi delle grandezze considerate. Nella figura seguente è illustrato tramite il "dendrogramma" il risultato ottenuto. Osserviamo l'evidenza di tre gruppi:

  1. Liguria, Lombardia, Molise, Piemonte, Trento e Valle D'Aosta dove i valori delle due grandezze sono grandi;
  2. Abruzzo, Bolzano, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Toscana e Veneto, con valori intermedi;
  3. Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, Sardegna ed Umbria, con valori bassi.

Sembra definitivamente rientrato l'allarme per il Molise, dove ieri ed oggi l'incidenza è nulla. Anche la varianza continua a diminuire.

Osserveremo cosa succede nei prossimi giorni.

La curva dell'incidenza "media" nelle regioni del secondo gruppo mostra che il valore limite al quale converge sembra maggiore di zero. E' come se ci fosse un livello di contagio che non si riesce ad eliminare.

Gli aggiornamenti successivi possono essere consultati questo link: https://www.scienzainrete.it/dashboard/

Giovanni Sebastiani
Istituto per le Applicazioni del Calcolo "Mauro Picone", Consiglio Nazionale delle Ricerche