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Più tumori nei siti di bonifica

Nei siti di interesse nazionale per la bonifica non solo si muore di più per cause legate alla contaminazione ambientale delle aree industriali, ma è anche più alta l'incidenza di tumori, sia per gli uomini (9%), sia per le donne (7%). Come a Taranto. In altre parole, l'équipe di Sentieri, insieme all'Associazione registri tumori ha controllato i tassi di incidenza dei vari tumori nelle popolazioni residenti nelle 23 (su 44) aree nazionali di bonifica (i cosiddetti SIN), coperte da registri tumori (2.000.000 di persone), confrontandole con i tassi delle macroaree a cui appartengono, riscontrando regolarmente degli eccessi.

Le aree studiate sono: Porto Torres, Balangero, Basso bacino fiume Chienti, Biancavilla, Bolzano, Brescia (Caffaro), Casale Monferrato, Cengio e Saliceto, Cogoleto (Stoppani), Falconara, FIdenza, Laghi di Mantova, Laguna di Grado e Marano, Litorale Domizio Flegreo e Agro aversano, Milazzo, Pieve Vergonte, Priolo, Sassuolo e Scandiano, Serravalle Scrivia, Terni e Papigno, Trento Nord, Trieste.

Il nuovo, importantissimo studio ha riscontrato complessivamente 57.391 casi di tumore negli uomini e 49.058 nelle donne (negli anni dal 1996 al 2005): tumori di diverso tipo (35 le sedi esaminate) non tutte ovviamente riconducibili a cause ambientali. Ed è questo che dovrà fare ora Sentieri: mettere in relazione questi dati con la caratterizzazione ambientale delle aree e le esposizioni delle popolazioni, nonché definire con esattezza la componente ambientale degli eccessi osservati.

Ecco gli scostamenti più significativi:
Esofago: 1.22 (maschi), 1.15 (femmine) 
Fegato: 1.39 (maschi), 1.47 (femmine) 
Cistifellea: 1,12 (maschi), 1.12 (femmine) 
Pancreas: 1.12 (maschi), 1.08 (femmine) 
Laringe: 1.19 (maschi), 1.43 (femmine) 
Polmone: 1.07 (maschi), 1.24 (femmine) 
Melanoma della pelle: 1.24 (maschi), 1.14 (femmine) 
Vescica: 1.05 (maschi), 1.15 (femmine) 
Cervello e SNC: 1.07 (maschi), 1.05 (femmine)

Certo è che - per quanto preliminari - i dati confermano le conclusioni generali dello Studio Sentieri, rafforzando l'ipotesi dell'origine ambientale di molte malattie riscontrate nell'indagine (si veda l'articolo e l'infografica).I dati dei registri vanno inoltre ad aggiungersi alla ingente mole di dati già prodotti (sulla mortalità, ma anche sui ricoveri, come nel caso di Taranto, addirittura quartiere per quartiere) consentendo analisi molto dettagliate per un buon numero di queste aree.

Non solo, il ricorso ai dati di buona qualità dei registri tumori ci dà un'altra preziosissima informazione: di ambiente contaminato ci si ammalava in passato (i dati di mortalità si riferiscono in genere a esposizioni lontane decenni) ma ci si continua ad ammalare anche nel presente (l'incidenza registra malattie in corso e quindi frutto di esposizioni più recenti).

(luca carra)

 

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